DI CRISTINA PEROZZI
Ieri 159 gruppi pedopornografici sono stati individuati e chiusi grazie ad una delle più importanti operazioni di polizia degli ultimi anni.
16 gruppi erano collegati a vere associazioni per delinquere composti da promotori, organizzatori e partecipanti, con ruoli e regole di condotta precise per preservare l’anonimato.
Oltre 300 agenti della polizia postale hanno eseguito perquisizioni e arresti in flagranza in tutta Italia: 53 province e 18 regioni italiane.
432 utenti identificati ed arrestati in tutto il mondo, grazie alla cooperazione internazionale di polizia.
81 gli italiani identificati e arrestati in 18 regioni, il 35% dei quali viene dalla Lombardia e dalla Campania.
La.ministra Lamorgese dichiara che nel 2020 sono stati oscurati 2.442 siti criminali.
Gli indagati vanno dai 18 anni ai 71 anni, di diversa estrazione sociale e culturale: dai professionisti affermati agli operai, dagli studenti ai pensionati, dai disoccupati agli impiegati privati e pubblici, tra cui anche un vigile urbano e diversi disoccupati.
Due di loro gestivano i gruppi Whatsapp e Telegram, organizzando l’attività e il reclutamento di nuovi sodali provenienti da tutto il mondo.
In questi gruppi si condividevano di foto e video pedopornografici ritraenti violenze sessuali su minori.
Le vittime erano bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati.
Sta iniziando a cambiare, ma c’è ancora molto da fare perché esistono miriadi di gruppi di revenge porn con oltre 50.000 utenti ciascuno.
In quasi tutti questi gruppi si scambiano anche foto di minori.
La comunicazione oggi è imprescindibile.
Chiunque può segnalare questo orrore al numero verde Polizia Postale.