DI VINCENZO G. PALIOTTI
Il massimo dell’ipocrisia: “andrò in giro a portare un sorriso a chi soffre”, per dare un segno di solidarietà, la notte di Natale, a chi solitamente lo notte la passa in strada, coperto di cartoni per difendersi dal freddo dopo aver consumato, se possibile, un frugale e misero pasto. Una frase che detta da una persona qualsiasi lascia capire quanta umanità, solidarietà e comprensione ci sia in chi ha espresso quelle poche parole. Peccato che a dirle sia stato Matteo Salvini, l’antitesi di tutto questo.
In primis un atto del genere andrebbe fatto e basta, senza annunci, senza riflettori perché questi tradiscono lo spirito con il quale si dovrebbe compiere un atto umanitario, come quello di aiutare anche con una parola, con un gesto chi ha bisogno, diceva Gino Bartali: “il bene si fa ma non si dice”, solo questo basterebbe per capire in realtà, dove vuole andare a parare il leader della lega.
E poi, come si fa a credere a una cosa del genere quando arriva da chi, fino a qualche tempo fa, sosteneva che i clochard, i senza tetto dovevano essere nascosti, multati, arrestati per salvaguardare la “dignità” delle nostre città, uno dei principi “fondamentali” del partito di Salvini? Senza dimenticare poi la sua considerazione sugli immigrati e ne troverà di certo tra quelli ai quali porterà il suo “sorriso”, e con quelli come si comporterà? Mostrerà i denti? E per quelli morti in mare cosa farà? Butterà, come si usa, una corona di fiori in mare?
Ma ormai tutti sanno, tutti sono convinti che sia la solita operazione per raccattare consensi aggiungendo alle sue tante contraddizioni anche l’ipocrisia del Natale, quella cioè che rende tutti buoni per 24 ore, dopo che si è odiato per 364 giorni, per poi ricominciare da capo.
E poi, non meno importante, come si può credere a una persona che ha fatto dell’odio di ogni genere il suo marchio di fabbrica? E in ultimo, sempre covando rancore, questa ostinazione ad uscire per disattendere norme emanate dal governo, si rivela l’ennesimo cattivo esempio, come quello dato in estate e seguito, purtroppo da tanti, esempio che ha contribuito a regalarci la “seconda ondata”.