di Luciano Assin
corrispondente da Israele
E’ iniziata ieri sera alle 20.16 ora locale la campagna di vaccinazione anti-Covid israeliana. Il primo a vaccinarsi è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. A seguire il ministro della sanità e alcune eccellenze del sistema sanitario, tutto questo in diretta tv durante il notiziario serale. La cosa è perfettamente comprensibile se si tiene conto che Israele si sta avvicinando a passi da giganti a nuove elezioni.
La vaccinazione della popolazione dovrebbe durare, se tutto va bene, circa tre di mesi divisa in quattro fasi. La prima fascia ad essere vaccinata comprenderà il personale medico, la seconda tutta la popolazione oltre i 60 anni, al terzo posto malati cronici e personale a rischio (polizia, esercito, insegnanti, guardie carcerarie, ecc.) e in ultimo la popolazione generale. Non verranno vaccinati: i minori di 16 anni, chi ha forme particolarmente gravi di allergia, colro che hanno superato il contagio e le donne in stato interessante.
Le operazioni di vaccinazione saranno gestite dalle quattro mutue nazionali presenti in forma capillare su tutto il territorio e il sistema sanitario nazionale attraverso la rete ospedaliera. L’obiettivo è quello di arrivare ad una quota di 80mila vaccinazioni al giorno per raggiungere entro marzo almeno il 60% della popolazione. Anche in Israele c’è una percentuale non indifferente di persone che attualmente sono contrarie alla vaccinazione, il 30% circa, e per legge non è possibile obbligarli. Visto che il vaccino della Pfizer deve essere stoccato a -70 gradi e che dal momento del suo scongelamento il tempo utile di uitilizzo è di cinque giorni, le mutue israeliane hanno chiesto la facoltà di vaccinare anche le persone comprendenti la quarta fascia, qualora ci siano delle dosi disponibili, per evitarne lo spreco.
Il ministero della Sanità ha annunciato di aver ordinato una quantità di 20 milioni di dosi a fronte di una popolazione di poco meno di 9 milioni. Non va dimenticato che per essere efficace al 100% bisogna effettuare due iniezioni a distanza di 21 giorni l’una dall’altra. Come scritto in precedenza il programma anti-Covid avviene nel bel mezzo di una crisi politica. Il governo di emergenza nazionale, formatosi proprio per fronteggiare la situazione sanitaria, composto principalmente dal Likud di Bibi Netanyahu e da “Blu e bianco” dell’ex capo di Stato Maggiore Benny Gantz è in perenne stato conflittuale creando di fatto una situazione di stallo che impedisce il normale svolgimento della vita politica. Ma per questo non c’è vaccino che tenga.