DI NICOLA FRATOIANNI
Ne leggiamo di ogni, ma questa mi ha colpito. Mancava solo l’analisi classista del fascismo di Giorgio Gori, a partire da quanto accade negli #Usa.
Sono proletari, dice, e quindi poveracci e ignoranti.
Peccato che l’ignoranza si annidi anche nel non conoscere il significato delle parole, la loro storia, e quindi nel non saperle usare nel modo giusto.
Proletario non è un insulto, o un dispregiativo. Proletari sono coloro che non hanno patrimoni, coloro che vivono del loro lavoro, e che non sono necessariamente più ignoranti, fanatici e complottisti rispetto ai più ricchi cui certa politica liscia continuamente il pelo.
Proletarie sono le famiglie da cui noi tutti veniamo, quelle che hanno fatto la storia del nostro paese, salvandolo dalle avventure irresponsabili di certe improbabili classi dirigenti.
Se chi si dice progressista non sa o non capisce che è solo intendendo la politica come percorso di emancipazione dei più deboli che possiamo salvarci dal fascismo, se chi si dice progressista non capisce che il progresso si misura sulla capacità di produrre passi avanti per i meno abbienti, costruendo insieme a loro una società più giusta, più capace di proteggerli e di riconoscergli diritti e tutele, allora abbiamo un problema. E non è piccolo.
Pure peggio é non rendersi conto di quanto parole come queste, e in generale questo atteggiamento, abbiano fatto danni, allontanando tanti cittadini dalla sinistra, e regalando terreno alla destra. Non sarà ora di smetterla?