di FRANCESCO TRONCARELLI
Il 10 gennaio del 2015 moriva a Manhattan lo straordinario artista inglese, fra le figure più innovative e coraggiose del XX secolo. Un talento universale che sperimantando e provocando ha messo insieme rock e letteratura, pittuta e cinema, danza e controcultura.
David Bowie è stato il genio della lampada che cambiò tutto rimanendo se stesso. Aveva appena compiuto 69 anni e in quel giorno era uscito il suo ultimo album “Blackstar”, un testamento spirituale a coronamento di una produzione rigogliosa e di altissima qualità.
Camaleontico nel vero senso della paarola, nel corso della sua carriera è stato capace di reinventare il suo stile e la sua immagine, creando alter ego come Ziggy Stardust, Hallowen JAck, Nathan Adler, The Thin White Duke.
E’ stato un gigante della musica di cui si sente enormemente la mancanza in tempi di musica finta e trapper disperati che vanno, purtroppo, per la maggiore. Il dandy che cadde sulla terra non c’è più da cinque anni, la sua casa è lo spazio. E la sua Stella e il suo Starman brilleranno per sempre.