DI PATRIZIA CADAU
Lisa Montgomery è stata giustiziata.
Cioè uccisa secondo il diritto.
In America.
Premesso.
Per me nessuno dovrebbe essere ucciso da nessun altro. Indipendentemente dai crimini commessi. A parte alcune eccezioni, ma anche lì, non possiedo argomentazioni certe.
Ad esempio credo che il processo di Norimberga sia stato cosa buona e giusta, con tutte le conseguenze che ne sono derivate. Ma il processo di Norimberga va interpretato alla luce di un paradigma che potesse servire da monito, o almeno credo.
Detto questo, nessuno deve essere ucciso per Giustizia, e nemmeno patire le pene dell’inferno.
Perché mai dovrei combattere la violenza strutturata dietro i crimini, esercitando altra violenza?
Comunque Lisa Montgomery è stata uccisa nel 2004 con un’iniezione letale, per l’omicidio di Bobbie Jo Stinnett, una giovane donna incinta di otto mesi. Che fu strangolata e martoriata con un taglio al ventre, perché la Montgomery si era messa in testa di portarle via la creatura che teneva nel grembo e crescerla come se fosse sua figlia.
È tutto talmente tragico è agghiacciante che aggiungere i particolari della vita dell’assassina, e cioè che fosse una bambina abusata, che sia stata cresciuta tra violenze e abusi di ogni tipo, che il patrigno abusasse di lei in una tana nei boschi perché nessuno potesse sentire le sue urla, e che una volta scoperto tutto la madre abbia cercato di ucciderla perché a suo dire era lei la traditrice, non può davvero alleggerire la fine atroce di Bobbie Jo.
La bambina di Bobbie Jo è sopravvissuta e vive col padre, ma non credo ci possa essere esecuzione capitale in grado di restituirle la madre o la giustizia.
In questa storia però anche Lisa Montgomery avrebbe avuto bisogno di giustizia.
Invece si è preferito ucciderla.
Nonostante fosse evidente dalle perizie psichiatriche che fosse una donna profondamente disturbata.
No, Vostro Onore.
Giustizia non è stata fatta.