DI NICOLETTA AGOSTINO
Transfughi, voltagabbana, cambiocasacchisti, scilipotiani. Sì, ma ora basta parlare dei renziani!
Leggo da ieri vivaisti agitati che definiscono così i “responsabili”, o costruttori, che potrebbero sostenere/salvare Conte. E qui verrebbe da chiedersi, o da chiederlo a loro, come sono entrati in parlamento i deputati di Italia Viva. Con quale “casacca”. Da chi hanno ricevuto mandato e per fare cosa. In quale partito erano stati eletti. Con quali voti.
No, perché si fa presto a dire noi non vogliamo poltrone, noi siamo altro, “tenetevi Mastella” (cit. Matteo Renzi), senza capire che se siamo appesi ai Mastella e ai Tabacci forse qualche merito è anche di chi ha lavorato chirurgicamente, direi ordito, per far nascere questo governo solo un anno fa, riempiendosi la bocca di responsabilità verso il Paese, e ora, nell’ora più buia, solo perché si è stancato del gioco, pensava di andar via portandosi anche il giocattolo. Certo per uno che era sceso in politica per asfaltare e rottamare la vecchia nomenklatura, le vecchie liturgie di palazzo, i giochini di potere di quelli che definiva sepolcri imbiancati, dinosauri politici arroccati nei palazzi romani, per uno che ha costruito la sua carriera sulla parola rottamazione e che voleva far sparire i vecchi partitini del 3%, direi davvero un bel risultato.
La politica è servizio, ha detto ieri la ministra Bonetti, in un post laconico con tanto di foto degli scatoloni. Ma servizio a chi? Renzi con altrettanta laconicità e solennità si è detto “orgoglioso del coraggio e dell’amicizia dimostrata da Teresa, Elena, e Ivan”. Occorrebbe ricordare a lei che cita il servizio, e a lui che tira in ballo l”’amicizia”, che una ministra quando viene nominata giura sulla Costituzione di servire la Repubblica. Il servizio e la lealtà dunque andavano dimostrati al Paese. Non al suo capo. Soprattutto in un momento come questo.