CRISI GOVERNO: BAGNOLI, CONTE RIGENERI LA POLITICA

DI CARLO PATRIGNANI

“Difficile dire come andrà a finire, non ho la palla di vetro né sono il Divino Otelma: quel che posso dire è che la Repubblica ha nel Parlamento la sede legittima della rappresentanza e che strumento principe della rappresentanza sono i partiti politici che esprimono, dovrebbero esprimere la visione della società”.

Paolo Bagnoli, ordinario di Storia delle Dottrine Politiche alla Facoltà di Lettere dell’Università di Siena, parrebbe distaccato dalla crisi che attraversa il Governo giallorosso di Giuseppe Conte: non tifa per alcuno dei protagonisti ma da storico e politico registra la mancanza di una visione profonda della società come accadeva negli anni della Prima Repubblica contrassegnati da riforme di alto profilo che hanno cambiato le condizioni di vita della gente.

“Va detto subito che senza i partiti, che sono l’impalcatura che sorregge il Parlamento repubblicano, il sistema, come il Ponte di Genova, non regge, è destinato a crollare, mentre la gente vuole, attende risposte affidabili e certe all’altezza della drammatica situazione, sanitaria ed economica, che vive il Paese, perché manca – precisa – una visione a tutto tondo della società”.

Tutto nero, dunque? “No per carità – risponde – Semmai queste osservazioni sono stimoli a far di più e meglio: il Premier Conte alzi il livello della Politica, della visione della società, ridia smalto al ruolo e funzionamento Parlamento. Le idee contano più dei numeri”.

Insomma, un salto di qualità nell’azione complessiva del Governo e della coalizione. Magari – avverte – anche abbassando i toni che a volte sconfinano negli insulti.

“Apprezzo in tal senso l’atteggiamento istituzionale del ministro della Sanità, Speranza mai sopra le righe e la sua opera che tra mille difficoltà mira a tutelare e migliorare il nostro sistema assistenziale universale – sottolinea Bagnoli – che parte dalla rivoluzionaria riforma dell’ospedalizzazione voluta dell’allora ministro della Sanità, Luigi Mariotti: non v’è dubbio che la priorità è la salute, la cura e il benessere delle persone”.

Al Premier Conte che si è richiamato al codice di Camaldoli del 1943 cui poi ha fatto riferimento la sinistra sociale di area cattolica, con economisti del calibro di Pasquale Saraceno, Ezio Vanoni e politici come Fiorentino Sullo, lo storico e politico Bagnoli ha un’ultima richiesta.

“Rigeneri la politica di alto profilo” e ricorda che “fu quell’area della sinistra sociale ad avviare la stagione delle riforme strutturali (la nazionalizzazione dell’energia elettrica, la scuola dell’obbligo, la riforma fondiaria, la programmazione economica) del primo centro-sinistra di Amintore Fanfani, insieme al Psi e al contributo di Riccardo Lombardi. Fu sulla riforma urbanistica di Sullo che quella grande esperienza riformatrice venne stroncata perché toccava rendite ed interessi di parte: quella riforma aveva in se molto dell’economia verde e sostenibile di cui si parla oggi”.

In altre partole, conclude Bagnoli, “vanno create le condizioni politiche ed istituzionali perché il governo possa continuare: fermo restando che le elezioni anticipate non possono esser eliminate almeno fino a luglio quando inizia il semestre bianco”.