I PIU’ RILEVANTI EVENTI ECONOMICI DELLA SETTIMANA

DI VIRGINIA MURRU

 

Sarà una settimana decisiva per la crisi di Governo, oggi il premier è atteso a Montecitorio per la prova di fiducia, che almeno qui dovrebbe essere scontata, secondo i numeri della maggioranza. Resta invece un interrogativo il ‘lasciapassare’ di Palazzo Madama, dove i numeri per un passaggio indenne sono tutt’altro che scontati.

Atteso domani anche l’incontro tra il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e i sindacati per la riforma del lavoro autonomo. Il 20 gennaio passaggio del Decreto Ristori in Parlamento per l’approvazione.

Saranno diffusi oggi dalla Banca d’Italia i conti finanziari relativi al 3° trimestre 2020

Questi gli appuntamenti più attesi dei primi tre giorni della settimana in corso. Lo scenario internazionale è ricco di eventi di carattere politico ed economico. Il Parlamento Europeo sarà in seduta plenaria da oggi fino a giovedì 21 gennaio.

In data odierna, dopo il completamento di fusione tra FCA e PSA, esordio in Borsa di Stellantis, il nuovo gruppo frutto del merger tra i due colossi dell’automotive.

Borsa di New York in pausa per festività: Wall Street oggi sarà chiusa per la ricorrenza del Martin Luther King Day.  In ambito Ue, oggi è prevista la Riunione dell’Eurogruppo alla quale parteciperà anche la presidente della Bce, Christine Lagarde. Domani invece a riunirsi saranno i ministri delle Finanze di Ecofin (Consiglio Economia e Finanza).

In agenda riunione all’Eurotower del Consiglio direttivo (Governing Council) della Bce e pubblicazione del Rapporto sullo stato finanziario dell’Eurosistema. Insieme al presidente Lagarde si farà un bilancio sull’andamento dell’emergenza sanitaria in Europa. In videoconferenza, i leader dei 27 discuteranno di misure di contrasto per la lotta contro il Covid-19.

L’attesa pubblicazione dei dati riguardanti il Pil cinese. Dubbi e ombre sulla coerenza dei dati macro del dragone con quelli reali. Già il quotidiano El Pais ha messo in rilievo più volte che esisterebbero ombre su questi dati. Non risulta credibile, nonostante il gigante asiatico abbia dimostrato efficienza e tempestività nella lotta contro il virus, malgrado l’inesperienza in questo ambito, trattandosi del primo Paese colpito a livello globale.

Le perplessità nascono dalla discutibile procedura e le peculiarità finanziarie e statistiche proprie di questo colosso economico, che tallona gli States in termini di supremazia e potenzialità.

Il Pil della Cina risulta infatti in crescita, nonostante il quadro allarmante delle previsioni diffuse dal Fondo Monetario Internazionale, dove gli scenari non hanno nulla a che vedere con i dati macro della Cina. Tutte le principali economie si ritrovano a condividere la stessa tempesta, causata dalla più grande recessione, Usa compresi.

Ma non la Cina, i cui indicatori esprimono una crescita del Pil pari al 4,9% – relativo al terzo trimestre 2020 – mentre l’ultimo dato riguardante il 4° trimestre, va ancora oltre, portando il Pil a +6,5% annuo, oltre le attese degli analisti (6,1%). Il 2020 si chiude in termini tendenziali a +2,3%. Non la performance del 2019, ma considerata l’eccezionalità dovuta allo stato pandemico dell’intero pianeta, può considerarsi a tutti gli effetti ‘la mosca bianca’.

I dubbi sui conti porterebbero ai condizionamenti del regime, ad esigenze di partito nel presentare una congiuntura forte, e una tendenza alla crescita, malgrado la forte recessione globale.

Diffuso il dato sul Pil della Germania, che mostra una non comune resilienza: nel 4° trimestre si attesta tra +1,2% – 1,6% . Su base annua il Prodotto Interno Lordo si contrae del 5%, il dato negativo più contenuto in ambito europeo.

Merito anche dell’export e dei consumi, che si sono avvantaggiati dal taglio dell’Iva, neutralizzando parte dell’impatto dovuto alla chiusura per emergenza sanitaria. Ma hanno concorso anche altri fattori di stimolo e di salvataggio messi in atto dall’esecutivo guidato dalla Merkel.

Certo, secondo l’Istituto di Statistica tedesco, la Germania entra in una profonda recessione, dopo dieci anni di continua crescita, ma si tratta di una flessione più contenuta e sotto controllo rispetto alle altre principali economie dell’Unione Europea.

Il dato tuttavia conferma che in termini economici la locomotiva dell’Ue ha dimostrato una notevole resilienza alle misure estreme di lockdown. La sofferenza dell’economia tedesca tornerà a farsi sentire nel primo trimestre del nuovo anno, per il quale le previsioni non sono positive: secondo gli analisti ci sarà una ulteriore contrazione della crescita.

 

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