DI RINO GIRIMONTE
Lo spettacolo non merita neanche una poltrona in ultima fila e pop corn caramellati, forse solo luci spente.
Meglio al buio, ce l’ho dentro, ascolto le voci, sono loro i migliori che abbiamo, non hanno pietà, non hanno rispetto, mentre il lutto dilaga, il paese è sotto attacco, sotto la lava di un vulcano in eruzione. Lo spettacolo è avvilente, ogni parola, ogni gesto rende vana la vostra esibizione di verginelle, ogni giorno danno testimonianza del loro razzismo, della loro intolleranza, chi canta faccetta nera, chi è indagato e colluso con la ndrangheta, avete storie che hanno fatto scoria in decadi di parassitismo. La vostra maleducazione, la vostra scortesia parlamentare il vostro bullismo, le vostre calunnie contro il governo italiano, patrioti de noantri, nella gestione della pandemia, comparandolo ai vostri compari, i mitici Trump, Bolsonaro e Johnson, candidati a un secondo processo di Norimberga, è davvero vomitevole. Ho paura della vostra cattiveria.Tirate pure lo sciacquone, c’è chi non ha bisogno del salvagente, galleggia perennemente. Il virus miete le sue vittime e loro non hanno un barlume di umanità, solo ansia di potere, brama per le ambite poltrone che disdegnano, però, solo quando sopportano il culo degli altri.
La faccia del presidente Conte mi è parsa stanca, le sue parole forse troppo tenute a freno, misurate, con cadenza tattica che lasciavano aperto l’uscio ed un invito a sommare sforzi e uomini per salvare l’Italia in un frangente decisivo della sua storia. Forse ha fatto bene, noi non abbiamo la responsabilità della decisione, quindi ci muove l’impulso, il sentimento, a volte, anche di sana rabbia. Tutto lecito, e non è il metodo che mi scandalizza, in un paese in cui il cambio di casacca rientra nella “finezza” tutta italiana dell’agire politico. Il problema è la debolezza di una coalizione che sta insieme così, per caso, non per amore ma per convenienza e ad ogni starnuto rischia un temporale. Forse il governo non ha una coesione politica, un pensiero di paese, ma gli altri, quelli che non vedono l’ora di farci vedere come sono bravi, manco venissero da Marte, sono senza anima, solo sete di potere, e faranno del paese ciò che abbiamo già conosciuto, e peggio ancora, di quando hanno governato ed erano i valletti di B.
Il film, almeno il primo tempo, è finito come previsto, non è stato un bel vedere e non c’era nemmeno la presenza della senatrice Liliana Segre a fare diga a questo odio dilagante, a testimoniare con il suo civismo, la sua lezione di democratica partecipazione, il momento difficile e i rischi che si stagliano all’orizzonte.
Da questo tempo politico non mi aspetto primavera, forse non la meritiamo, di questa pioggia spero, almeno, non restino solo pozzanghere di fango.