Tra il 25 e il 25 gennaio il World Economic Forum organizzerà un meeting virtuale, che avrà per oggetto, secondo agenda, i problemi e le nuove sfide dell’economia globale, bersagliata dalla pandemia e dal suo inevitabile impatto.
Il meeting in presenza (il format tradizionale), è stato tuttavia solo rimandato, ed avrà luogo dal 25 al 29 maggio prossimo, ovviamente nella speranza che le condizioni riguardanti l’emergenza sanitaria siano migliorate, così che sia possibile rendere più agevoli le relazioni umane. L’appuntamento non sarà come di consueto a Davos, ma a Singapore.
Si svolgerà dunque tra pochi giorni il forum a distanza, previste partecipazioni illustri, e fitta di temi da trattare la ‘Davos Agenda’, orientati in gran parte sull’analisi dei nuovi scenari dell’economia globale in tempi di Covid-19.
Il Global Risk Report, appena pubblicato, in attesa dell’apertura dei lavori mette in rilievo una verità sulla quale pochi hanno riflettuto, ossia che, per 15 anni il WEF ha messo in guardia il mondo sui pericoli derivanti dalle pandemie. Si legge al riguardo nel report:
“Nel 2020 ci siamo resi conto di ciò che significa essere sorpresi impreparati, e ignorare i rischi di lungo termine. Questo è costato milioni di vite, immolate alla mancanza di attenzione, ma le conseguenze sono andate anche oltre, dato che la pandemia ha ampliato disparità già di per sé ingiuste, di carattere sanitario, economico e digitale.
Secondo il World Economic Forum le previsioni per il futuro sono allarmanti, almeno per i prossimi anni, considerato che la pandemia ha messo in campo nuove problematiche, e ulteriori rischi per il pianeta.
La pandemia ha in definitiva dimostrato che né le Istituzioni, né gli individui da soli, possono affrontare sfide economiche così complesse e difficili da gestire, in termini sociali, ambientali e tecnologici, poiché viviamo in un mondo interdipendente.
Conseguenti all’emergenza sanitaria in atto sono i cambiamenti sistemici, che già erano evidenti anche prima che esplodesse questo dramma in tutto il pianeta. ‘Le faglie emerse nel 2020 sembrano ora come un crocevia cruciale nel nuovo anno appena iniziato. E’ tempo di pensare al modo in cui ricostruire con fiducia, di fare scelte determinanti, ed è necessario farle rapidamente, dato che c’è la necessità di ripristinare le priorità e l’urgenza di riformare i sistemi in tutto il mondo.’
La pandemia da Covid ha fatto crollare il tasso di occupazione quasi ovunque, obbligato alla chiusura troppe attività economiche, reso più acute le disuguaglianze sociali, minacciando perfino l’equilibrio nell’ordine civile della società. Questi sono a grandi linee gli allarmi messi in rilievo nel ‘Global Risks Report’.
Il WEF intende con i suoi meeting sensibilizzare e stimolare i governi per una reazione più pronta e decisa, attraverso la presenza dei leader politici, economisti e top manager di tutto il mondo.
Il WEF è una fondazione, e non ha fini di lucro. Ha sede a Cologny, nei pressi di Ginevra, ed è stata fondata per volere dell’economista ed accademico tedesco, Klaus Schwab, nel lontano 1971, egli tuttora ne è il direttore esecutivo. Il fine principale del Forum è quello di migliorare le condizioni del pianeta, e agisce senza condizionamenti di carattere politico, ideologico o nazionale. Ha conservato lo ‘status di Osservatore’ fino al 2012 presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.
Si tratta di una Fondazione finanziata da circa mille imprese associate, in genere multinazionali, che hanno un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro.