DI LUCA BAGATIN
Doping-Pong è un collettivo artistico nato a San Pietroburgo nel 1997, grazie a Dima Mishenin, Postoronnim V e Anna Maugli (https://www.instagram.com/dopingram).
Sono famosissimi in Russia, in particolare per le loro opere d’arte digitali, per i progetti fotografici, giornalistici e creativi.
Il loro modo di fare arte è assolutamente insolito. I soggetti sono una miscela, di opera d’arte in opera d’arte, di archetipi sovietici, mistici, erotici, psichedelici. Richiami alla musica (come la raffigurazione di un David Bowie ragazzino, versione “Ziggy Stardust”, vestito con un abito stellare e con al collo un fazzoletto da pioniere sovietico), alla fotografia, al cinema, in chiave archetipica.
Attraverso una dei loro componenti, la talentuosa Magdalena (o Doping-Girl), appassionata dei ritratti di Milo Manara (che recentemente l’ha raffigurata in un bellissimo ritratto), ho avuto modo di intervistarne il fondatore, Dima Mishenin.
Da dove deriva il nome Doping-Pong ?
Il nome Doping Pong deriva dalla moderna cultura pop. È una sintesi del titolo più famoso della poesia di Eugen Gomringer “Ping Pong” e del titolo della raccolta breakbeat “Dope on plastic”. Negli anni ’90 ascoltavo musica elettronica e leggevo poesie specifiche. È così che è nato Dope Pong, o meglio Doping-Pong.
Come è nato il gruppo artistico ?
Il gruppo si è formato a San Pietroburgo nel 1997. Il nostro è un team creativo composto da tre eremiti. Non ci piace molto comunicare con la società e ci piace creare a distanza e in isolamento. Possiamo dire che per noi tutta questa nuova storia del mondo, con la pandemia e il lockdown, è iniziata molto tempo fa e noi abbiamo sempre voluto vivere così.
Inizialmente, volevamo che il mondo conoscesse solo la nostra arte, i nostri personaggi di fantasia e il mondo disegnato, rispetto a quello reale. Come hanno fatto le band pop come i KISS o i Daft Punk.
Per i primi dieci anni della nostra carriera, ci siamo camuffati così bene che la maggior parte dei nostri fan e rappresentanti dei media pensavano che non ci fosse affatto un gruppo artistico, ma che ci fosse un solo artista che avesse inventato la leggenda dell’unificazione del gruppo sotto il nome di Doping-Pong. Ma, dopo vent’anni anni, abbiamo dovuto “strisciare fuori” dalla nostra tana molte volte, rilasciare molte interviste e siamo stati visti molto spesso insieme a conferenze e mostre.
Sì, siamo un gruppo. Ma preferiamo discutere delle nostre foto e non di chi siamo noi, quanti anni abbiamo e cosa mangiamo a colazione.
Quali tecniche stilistiche utilzzate principalmente ?
Hanno scritto di noi in questo modo: “Doping Pong: mostri dell’arte digitale”. In effetti, siamo diventati noti come i pionieri dell’arte digitale in Russia.
Ma all’inizio degli anni ’10, quando avevamo già raggiunto vette internazionali in questo genere, dopo aver creato dozzine di immagini che sono diventate iconiche, abbiamo fatto una svolta verso la pittura tradizionale. Siamo passati dall’arte digitale alla vera pittura su tela.
Ciò che trovo particolarmente interessante è questa miscela di archetipi sovietici, mistici, psichedelici ed erotici, usati come soggetto nelle vostre opere… Puoi parlarcene meglio ? A che cosa vi siete ispirati, principalmente ?
Ci ispiriamo al bagaglio culturale che siamo riusciti ad acquisire in decenni diversi.
Se parliamo di infanzia, questi sono, ovviamente, ricordi dell’Unione Sovietica durante gli Anni ’70 e ’80, e se parliamo di giovinezza, allora queste sono avventure psichedeliche degli Anni ’90 e 2000. Tutto questo si compenetra e così nascono trame e opere completamente nuove.
Vediamo il misticismo nei rituali sovietici. Vediamo la partecipazione del misticismo alla nascita di un nuovo sistema socialista nell’Impero Russo, e non meno il misticismo nella caduta dell’Impero Sovietico.
Per quanto riguarda i motivi erotici del nostro lavoro, rientrano interamente nel quadro della famigerata censura sovietica, che, come comprendiamo solo oggi, era praticamente l’incarnazione della libertà e della democrazia, rispetto alla dittatura ipocrita e assurda dei social network come Facebook e Instagram.
Vorrei spiegarmi meglio. Immagina che ci fosse Atlantide. Atlantide sovietica. Nel secolo scorso è scomparsa nel profondo della Storia. C’erano aspetti terribili e altri molto belli, come in ogni civiltà antica. Ma la catastrofe globale che ha avuto luogo si è riconciliata con molte delle cose brutte (aver cancellato o appianato ricordi particolarmente dolorosi, ed esagerato il bene che era nella Storia e soprattutto nell’estetica dell’URSS). E miracolosamente è sopravvissuto un gruppo di artisti di questo mondo, che raccontano al resto del mondo la Storia idealizzata della loro Patria e della loro giovinezza, facendola passare attraverso il prisma dei decenni successivi e l’agenda della realtà moderna. Artisti che continuano a creare, come se questo mondo fosse ancora vivo, nella sua migliore incarnazione. La nostra è arte post-sovietica.
Doping-Pong è l’arte dell’URSS, come se non fosse mai crollata, ma avesse cominciato a comunicare in maniera civile con il mondo capitalista. Come se avesse iniziato a costruire un futuro comune con l’Europa e l’America.
Ciò fa rivivere il patrimonio culturale della Russia pre-rivoluzionaria. Pertanto, nelle nostre opere, stiamo collegando Disneyland e il Cremlino. Stiamo riportando la Russia ad essere un Paese in prima linea nella cultura mondiale, com’era all’inizio del XX secolo (grazie ai futuristi e ai suprematisti russi).
Per noi, ciò che disegniamo, è un mondo immaginario, come “Il Mago di Oz” o “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Ma è un mondo pieno di personaggi ed eventi in cui molte persone, che hanno un bagaglio simile alle nostre vite, si riconoscono facilmente: giocare su giostre retrò; salutare i piccoli pionieri sovietici; osservare gli aerei in partenza e in arrivo all’aeroporto: tutti questi sono archetipi comprensibili. Stiamo mostrando, attraverso la nostra arte, la memoria collettiva del nostro popolo.
E, naturalmente, non c’è più inimicizia politica in questo mondo, nessuna divisione in parti opposte. Non c’è opposizione tra sinistra e destra. L’erede al trono imperiale può apparire nel nostro dipinto sotto forma di un pattinatore e il ritratto del primo astronauta sulla Terra sembra un’icona secolare.
Quando le persone guardano i nostri dipinti retrò, non capiscono che non stiamo raffigurando il passato, ma raffiguriamo un lontano futuro alternativo.
Disegniamo una possibile versione dello sviluppo dell’arte e del mondo che ci circonda, che ci sembra più ragionevole e umana.
Questo è un universo alternativo della bellissima Russia, e Doping-Pong sono i suoi messaggeri.
Luca Bagatin
Tutte le illustrazioni sono di Doping Pong Art Group