LA MUSICA CHE GIRA INTORNO A FIORELLA

Di FRANCESCO TRONCARELLI

Ci sono spettacoli che riconciliano con la televisione e fanno bene allo spirito. Senza bisogno di scenografie maestose o lcation suggestive. Contano i protagonisti. “La musica che gira intorno” andata in onda su Rai 1 in prima serata è uno di questi.

A condurlo Fiorella Mannoia, di cui erano note le qualità di interprete di razza e che in questa occasione si è rivelata una perfetta padrona di casa. Semplice e senza eccessi, ha dialogato e duettatto con i suoi ospiti, facendo emergere la loro personalità, il loro carisma e le storie legate alla loro musica.

E’ stato un racconto costruito dalle canzoni che ha emozionato, che ha fatto riflettere su noi stessi grazie ai monologhi di grande spessore di alcuni attori e rievocato ricordi legati alle storie personali che ognuno di noi custodisce e a quelle collettive che fanno pate di un Paese.

Non era facile, ma la Mannoia e i suoi ospiti ci sno riusciti, evitando lo scontato “ecco a voi” e favorendo invece l’approccio umano e professionale di chi c’era. E si sono visti e ascoltati nomi importanti.

Citarli tutti sarebbe impossibile, ma non si possono non ricordare i cantautori per eccellenza della Scuola romana Venditti e De Gregori, le grintose e brave Emma Marrone e Alessandra Amoroso col loro “Pezzo di cuore”, Ambra brillante e versatile come sempre che ha riproposto il cult generazionale “T’appartengo”.

Ancora Riccardo Cocciante con le sue “Margherita” e “Celeste nostalgia” e il graffio intenso e sensuale di Ornella Vanoni con “Un sorriso dentro al pianto”, il brano firmato con Francesco Gabbani e Pacifico, una gemma.

E poi Zucchero, Brunori SAS, la bravissima Tosca, la grandissima Giorgia col suo “Oro nero”, l’eclettico Achile Lauro in inedita performance con Gigi D’Alessio, Marco Mengoni col suo “credo negli esseri umani” eseguito subito dopo il monologo vibrante di Edoardo Leo sull’Olocausto.

Sì, perchè alle canzoni senza tempo e universali che hanno costituito il fulcro del programma che nel titolo rendeva omaggio al brano di Fossati, si sono alternati monologhi recitati da Alessio Boni, Massimo Ghini, Enzo D’Amore, Vinicio Marchioni, Silvio Orlando. Tutti interessanti e mai banali.

La musica, il teatro, gli artisti veri, basta poco per realizzare un qualcosa di interessante e che ti fa restare incollato davanti al video dimenticando il telecomando e lo zapping forsennato.

Ma ci vuole l’atmosfera giusta fra gli interpreti, quella che la Mannoia su cui gravava la responsabilità e il buon esito del tutto è riuscita a creare. Con la musica.

E questo è stato anche uno show che è stato un atto d’amore per la musica e un messaggio di speranza affinche un giorno si possa tornare ad ascoltare i concerti dal vivo.

Perchè, come hanno ricordato Fiorella ed Emma cantando Vasco, “la vita è un brivido che vola via” e a fare da colonna sonora a quel brivido c’è la musica che ci accompagna e ci permette di andare avanti.