DI RAFFAELE VESCERA
Tutto precipita in pochi giorni, stamattina Conte sale al Colle per rassegnare le dimissioni, stante per il governo l’insufficienza dei numeri al Senato. Che accadrà dopo il ricatto di Renzi? Tre le ipotesi, un nuovo governo Conte, ove trovasse i numeri necessari, un improbabile “governo nazionale”, che non avrebbe i numeri, o le elezioni anticipate, irresponsabilmente invocate dal duo melonico-salviniano.
Tutto è cominciato con il solito Renzi che decide di togliere la fiducia al governo Conte, dopo aver fatto visita in carcere all’amico detenuto per bancarotta e truffa, Verdini, promotore della cosiddetta P3. Nella visita carceraria seguito da Salvini, che di Verdini è il genero.
Le ragioni? Ovviamente la gestione dei 209 miliardi del Recovery Fund e la estemporanea richiesta del devastante Mes (Grecia docet) di 36 miliardi da investire a suo dire nella sanità, come da pretesa di milanese Confindustria che mira a distribuirli alla sanità privata del Nord. Una bella pagnotta da spartire tra i soliti noti. Ovviamente a danno dei cittadini, più di tutto del Sud, cui i fondi del Recovery sono destinati dall’Europa per il 70%, allo scopo di cancellare il terribile divario economico e sociale, creato da un Nord egoistico, anche a proprio danno.
Ma, oltre le ragioni economiche, vi sono quelle giudiziarie, la legge contro la prescrizione dei processi voluta da Bonafede e, ancora più inquietante, il maxiprocesso del giudice Gratteri contro la ‘Ndrangheta in Calabria, che vede imputati 340 tra boss, politici e imprenditori. Un processo da fermare per il marcio sistema politico nazionale, pienamente coinvolto, come stabilito dai giudici Falcone e Borsellino, che pagarono con la vita la loro inchiesta sullo Stato-mafia. Chiediamoci perché il sistema mediatico italiano, televisivo e non, non dice una parola sul processo del secolo che si svolge in Calabria. Troppi scheletri nell’armadio da nascondere.
E mentre l’irresponsabile Renzi, in stretto contatto con Salvini in questi giorni di crisi, come riportato dal Fatto quotidiano, propone una sorta di “governo nazionale” guidato da Draghi o chi per lui, che includa i partiti avversi a questo governo, cosa irrealizzabile, poiché senza il M5S e LEU, non ci sarebbero i numeri, l’irresponsabile Salvini, supportato dalla Meloni, invoca le elezioni anticipate. Cosa incredibile da farsi in piena pandemia, con una campagna elettorale che prevede assembramenti di ogni genere dei clan elettorali, raccolte firme ove necessarie e seggi elettorali frequentati da folle di votanti.
Ma che gliene frega a Kapitan Capitone degli 85.000 morti per covid e degli altrettanti che potrebbero seguire, come dimenticare il suo negare l’uso della mascherina e altre cazzate negazioniste, l’importante è realizzare il suo cinico piano di scalata al potere, prima che i sondaggi lo riducano sottoterra.
Quel Salvini che invocava l’eruzione del Vesuvio implorando lo sterminio di venti milioni di cittadini del Sud, quel Salvini condannato per razzismo antimeridionale, che ora senza ritegno chiede i voti dei meridionali. Quelli peggiori ovviamente, legati alla destra estrema e a equivoci clan elettorali. Il tutto continuando a tacere sul destino dei 49 milioni di Euro truffati dalla Lega Nord, con il suo maestro Bossi, condannato per truffa e da Salvini salvato con un posto al Senato. Il favore reciproco è condizione necessaria nella politica sporca.
Quel Salvini che, dopo aver candidato con la Meloni il razzista Vittorio Feltri alla presidenza della Repubblica, ora candida l’impresentabile condannato per megaevasione fiscale e chiacchierato per mafia, Berlusconi, in vista di una lucrosa spartizione, che prevederebbe lui premier, la Meloni vice, Renzi chissà che, impunità per tutti e la Confindustria del Nord a leccarsi i baffi con la torta dei quasi 250 miliardi di Euro. Se con il governo Conte, il Sud vedrebbe sì e no la metà di quanto gli spetta, con il nuovo governo non vedrebbe neanche le briciole.
Ma il rischio più grave, conseguente alla famelica irresponsabilità di questi politici d’accatto, è che l’Europa, a giusta ragione, decida di cambiare idea negando i 209 miliardi del Recovery a questi attorucoli da commedia di quarta categoria. Soldi che nelle intenzioni UE devono servire a ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali create da questa infelice nazione nordcentrica, che invece li vuole utilizzare per aggravare il già grave divario territoriale e sociale esistente. Il peggiore in Europa tra cittadini dello stesso Stato.
di Raffaele Vescera