DI NICOLETTA AGOSTINO
Nunzia De Girolamo, ex ministra, adesso approdata alla conduzione televisiva, presenta così il suo primo programma, in onda tra pochi giorni sulla Rai: “Ciao maschio”. Un appuntamento in seconda serata in cui proverà ad “umanizzare i politici”, dice, solo e tutti uomini naturalmente (ne sentivamo il bisogno vero? In effetti sono una categoria così sottorappresentata), perché:
“i maschi sono in difficoltà, avere a che fare con donne che sono diversissime dalle loro madri li disorienta, li infragilisce”.
I maschi sono in difficoltà a causa delle donne che non fanno loro da madri, che sono “diversissime” da chi li ha teneramente cullati? Questo è il messaggio che la rai vorrebbe far passare? Cioè siamo ancora alla retorica della colpevolizzazione della donna emancipata, che si discosta dal modello materno, e che spiegherebbe da sola la crisi del maschio?
E la soluzione per avere maschi “orientati” e “forti” quale dovrebbe essere? Lavare, stirare, cucinare e allattare degli eterni mammoni fino alla pensione?
Nelle ultime 48 ore nel nostro Paese hanno perso la vita tre donne, ammazzate per mano dei loro compagni, uomini adulti che non avevano accettato la fine della loro storia, quindi la separazione. Che pensavano che quelle donne avessero diritto di esiste solo in funzione del loro ruolo di mogli, fidanzate, madri.
Creare un nesso tra la fragilità del maschio e l’archetipo mancato della madre nella donna non è solo pericoloso e semplicistico, psicologia da bar sport, è anche irrispettoso di quelle vite spezzate.
Cultura della differenza, rispetto, saper accettare una scelta e la fine di una storia, considerare le donne individui e singoli dotati di identità propria, e non oggetti da possedere, ecco le cose di cui bisognerebbe parlare in Rai!
Magari quando saranno usciti dagli anni ’50. Li aspettiamo nel nostro tempo.