di FRANCESCO TRONCARELLI
E’ stato un momento di televisione vera, senza filtri, emozionante. Una squarcio improvviso di umanità nella leggerezza postprandiale di un pomeriggio davanti al piccolo shermo.
No le solite sceneggiate stucchevoli e preparate ad arte che odorano di imbroglio e che servono solo per fare audience, nel salotto di Serena Bortone (Oggi è un altro giorno, Rai 1) giornalista che conosce il mestiere e che da sempre ha uno sguardo attento sulla politica del resto, non sarebbe stato possibile.
A colpire è stata la sincerità di Peppino di Capri, sgorgata improvvisamente tra le pieghe di un’intervista che scorreva piacevolmente tra un racconto e un sorriso.
Per un attimo la sua vita privata è divenuta quella di tutti noi, la sua privacy si è infatti svelata con i problemi di tutti i giorni, le ansie del domani e le difficoltà di vivere tra la pandemia e lutti drammatici.
La sua commozione nel vedere la foto che lo ritraeva con la moglie scomparsa recentemente in un’immagine di relax familiare felice e con la gioventù negli occhi che illuminava quello scatto, è stata la commozione di tutti noi che abbiamo perso un nostro caro.
Quegli occhi umidi che intristivano lo sguardo dell’artista acclamato ovunque, erano gli stessi dei telespettatori che all’improvviso scoprivano un altro Peppino di Capri.
E soprattutto si rendevano conto che l’artista è anche un uomo. Come tutti. Anche se non tutti gli artisti, tronfi nel loro ego, sono comuni mortali come Peppino di Capri.
Un uomo come tanti alle prese con la soltidune di una casa vuota e con le difficoltà anche fisica della vita quotidiana: “erano sei mesi che non uscivo da casa, poi mio figlio è venuto e mi ha detto, dai usciamo, ti devi muovere…”.
Accanto al racconto di una carriera ricca di aneddoti e successi, arricchita da due vittorie a Sanremo, 35 milioni di dischi venduti, tournèe trionfali in tutto il mondo (dall’Olympia di Parigi al Teatro Adriano coi Beatles), è uscito fuori anche il lato privato, quello sconociuto ai più ma non meno importante per capire chi sta davanti una telecamera.
E Peppino con la sua genuità e ironia napoletana, ha confermato di essere quel gran signore che tutti conoscono nell’ambiente, mai al centro di polemiche sempre al centro della musica.
In questo esilio forzato da Covid infatti a fargli compagnia c’era l’amico di una vita e che non l’ha mai tradito, il pianoforte, di cui è virtuoso e innamorato e che ha sottolineato sempre i suoi brani senza tempo che conoscono tutti.
“Roberta”, “Un grande amore e niente più”, Luna Caprese”, “Saint Tropez”, “Champagne” è bastato il piano e quella sua voce inconfondibile per fare felici chi lo seguiva da casa e lui stesso che del pubblico ha un rispetto particolare.
Gli anni passano, le giacche di lamè sono da tempo riposte nel guardaroba, ma Peppino quando canta è sempre giovane e la musica a cui ha dato tutto se stesso, gli ha consentito di riprendersi dalle avversità e dai dolori della vita e andare avanti.
Con nuovi progetti, nuove idee e nuovi brani come la delicatissima e coinvolgente “Canzona Mia”.
Peppino di Capri, 82 anni, 15 festival, 500 brani incisi, ma sopattutto un vero signore come non ce ne sono più e una bella persona come ce ne sono poche. Un esempio di umiltà come solo i veri numeri uno lo sono.