LA TRANSIZIONE POSTINDUSTRIALE

DI MASSIMO RIBAUDO

In Italia i servizi rappresentano il settore più importante dell’economia, sia per numero di occupati (il 67% del totale) che per valore aggiunto (il 71%).

Il settore è, inoltre, di gran lunga il più dinamico: oltre il 51% delle oltre 5.000.000 di imprese operanti oggi in Italia appartiene al settore dei servizi, e il 45,8% all’area Confcommercio; ed in questo settore nascono oltre il 67% delle nuove imprese.

Da questi dati REALI E CONCRETI comprendiamo due cose: Confindustria non conta nulla e la transizione ecologica, l’Italia green, la potremmo costruire la prossima settimana.

Il Governo Draghi deve dirci che Italia prefigura per i prossimi venti anni, perchè altrimenti 209 miliardi verranno buttati.
Mi sta benissimo sia Cingolani a doverci pensare.
Leonardo holding è tra le eccellenze europee e internazionali.
Facciamo solo industria d’eccellenza e strategica, biochimica, farmaceutica e robotica? Magnifico. Ma glielo dovete spiegare agli italiani e a Bonomi.

Se le aziende di servizi sono così tante, perchè gli italiani non lavorano in smartworking? Perchè non si liberano le città dal traffico? Per preservare gli interessi dei palazzinari e dei ristoratori sotto gli uffici? E questa la chiamate innovazione?

L’Italia non cresce non perchè gli italiani sono sfaticati, cari commentatori stranieri. L’Italia non cresce perchè abbiamo il collo di bottiglia di imprenditori – e giornalisti servi di questi imprenditori – che ragionano con il mondo del 1921. E vogliono tornare al fascismo del 1921.

Ma non si può. Il recovery fund non può essere una macchina del tempo che ci riporti indietro. E questo Mario Draghi lo sa benissimo, visto che è stato chiamato a gestire la transizione che è quella della fine del capitalismo industriale.