DI EMILIANO RUBBI
In Congo, negli ultimi, anni, sono state massacrate quasi 6 milioni di persone.
Più della metà erano bambini.
Esattamente lo stesso numero di morti dell’Olocausto, però un Olocausto silenzioso, del quale non importa a nessuno.
Centinaia di migliaia di donne e bambine sono state violentate e mutilate.
Il tutto con la complicità occidentale che, di fatto, addestra e supporta economicamente le milizie ugandesi e ruandesi che sconfinano nel paese, oltre a fare affari con i vari signori della guerra locali.
Perché?
Perché il Congo è ricchissimo di minerali e materiali preziosi, specialmente di coltan.
Nel frattempo, la popolazione muore di epidemie, siccità, fame, AIDS (più del 20% della popolazione è sieropositiva, in alcune province).
Da lì vengono diversi di quei ragazzi che la propaganda xenofoba vorrebbe rimandare “a casa loro”, perché il Congo non è un paese in guerra.
Oggi, l’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, il carabiniere della sua scorta, sono rimasti uccisi in un “attentato” nel Congo orientale.
E a quanto pare, più che di un attentato, si sarebbe trattato di un tentativo di rapimento finito male.
Fonti congolesi attribuiscono la cosa proprio ai ribelli ruandesi.
E visto che già tutti, oggi, posteranno la foto di Attanasio e Iacovacci, spero che non vi dispiaccia se io, nel mio piccolo, ci tengo a ricordare anche il terzo uomo ucciso assieme a loro, quello di cui non parla nessuno perché non era italiano: l’autista Mustapha Milambo.