DI CLAUDIA SABA
Ne hanno uccise altre due.
Ieri.
Debora, 42 anni, a Trento, colpita più volte con un’accetta.
Rossella, 51 anni, a Ferrara, trovata con la testa fracassata.
Entrambe uccise dai compagni.
Avevano denunciato le percosse, i maltrattamenti, le violenze.
Ma non è servito a nulla.
“L’ho fatto per gelosia”,
“Lei voleva separarsi”…
Sono queste le ragioni per cui le donne vengono ammazzate.
Da uomini, mariti, compagni, amanti.
Da una società che non lascia scampo, perché quando denunciano non vengono credute, perché “lui era tanto una brava persona”, perché, perché, perché…
C’è sempre una buona scusa per ogni donna ammazzata.
Ma c’è anche la mancanza di solidarietà tra donne, del coraggio di guardare oltre noi stesse.
C’è carenza di sensibilità e nessuna voglia di capire cosa prova una donna stuprata, perseguitata e usata.
Oggi, in una sola giornata, ne hanno ammazzate due.
Nell’indifferenza totale.
Ma prima di essere ammazzate, quelle donne sono state violate, stuprate e perseguitate.
Da maschi frustrati che solo uccidendo l’oggetto della loro frustrazione riescono a sentirsi qualcuno.
Da quando è iniziato il 2021 i femminicidi sono aumentati del 7,3%.
E continueranno a crescere.
Forse la colpa è di noi donne che pretendiamo di esistere e pensare con la nostra testa.
È colpa di noi donne perché vogliamo vivere la nostra vita.