DI NICOLA FRATOIANNI
In questi screenshot vedete parole e gesti vergognosi. Non si tratta ‘solo’ di discriminazione e razzismo, ma in alcuni casi persino di incitamento all’odio e alla violenza verso altri esseri umani.
L’autrice è sempre lei, Stefania Pucciarelli, senatrice della #Lega, da ieri Sottosegretaria alla Difesa del #GovernoDraghi.
Può una persona così avere incarichi istituzionali e di governo?
La risposta di ogni persona civile, al di là del colore politico, è ‘certamente no’.
No, perché assegnando un incarico così importante ad una persona come lei le istituzioni stanno dicendo al paese che quelle parole d’odio sono tollerabili, insignificanti, e che possono trasformarsi persino in un volano per una facile carriera politica.
Niente di più sbagliato.
Qualcuno qua sotto e sui giornali dirà che siamo i soliti, quelli che vogliono rimanere inutilmente puri e non si vogliono sporcare le mani. È il tipico argomento di chi è più preoccupato di giustificare le proprie scelte spericolate che delle conseguenze di esse: io credo al contrario sia sempre giusto concentrarsi ‘sull’effetto che fa’.
E ‘l’effetto che fa’ dare potere e autorevolezza a Stefania Pucciarelli è devastante.
L’ho detto quando la maggioranza parlamentare Lega-5Stelle la elesse Presidente della Commissione Diritti Umani.
Lo dico ora che viene scelta direttamente dal Presidente del Consiglio, col favore dei Ministri. Ora che tanti che la volta prima si scandalizzarono invece non batteranno ciglio.
Mi dispiace, perché questo era uno dei pochi casi in cui mettere un veto sarebbe stato giusto: non è facile trovarli, ma sappiamo tutti che altri leghisti più attenti, almeno al linguaggio, potevano prendere il suo posto.
Ora spero si capisca meglio perché ho scelto di non votare la fiducia: voglio essere credibile ogni volta che nella vita ripeterò che persone così non sono degne di governare il nostro paese.
Non è l’unica ragione, e non è nemmeno la più importante, ma non è piccola cosa: ogni volta che incontrerò per strada uno o una di voi, ogni volta che dovrò spiegare il male del mondo a mio figlio, ogni volta che prenderò la parola davanti ad un microfono io voglio poter dire che ‘a questa gente non ho mai dato né il mio voto, né il mio consenso. Nemmeno in prestito’.