di FRANCESCO TRONCARELLI
Ci siamo. Si aprono le danze, dopo un battage asfissiante con siparietti, promo e apparizioni nei TG di tutte le ore e nei talk di tutti i canali di Mamma Rai, il festival “per la prima volta senza pubblico” come da mesi è stato definito, questa sera prenderà il via.
Una kermesse in onda sino a sabato, con inizio ogni giorno alle 20 e 45 o giù di lì e termine all’1 e 30 o giù di lì che monopolizzerà, volenti o nolenti, l’attenzione generale.
Uno show con artisti, nuove promesse, comici, attrici, calciatori e chi più ne più ne metta, che paralizzerà l’Italia spaparanzata davanti alla Tv, senza possibilità di scelta (da sempre la concorrenza non fa la guerra al festival, tanto perderebbe) e con la speranza di non annoiarsi troppo.
Sì perchè Sanremo è così, tutti lo criticano ma poi tutti lo vedono e gli ascolti perciò sono da finale dei Mondiali di calcio. E quest’anno lo saranno ancora di più con il coprifuoco in atto che non farà uscire la gente da casa costrigendola al sacrificio festivaliero.
Sarà il Sanremo al tempo del Covid questo, tra canzoni e tamponi con Amadeus direttore artistico e conduttore a dirigere le operazioni e Fiorello battitore libero per far ridere la platea casalinga e contribuire a mandare avanti la macchina.
Ma la novità non è solo quella dell’assenza del pubblico, ce n’è un’altra altrettanto particolare, legata ai 26 artisti che si alterneranno sul palco dell’Ariston per vincere il festival.
Accanto ai “classici” (ex giovani di qualche edizione fa) come Renga, Noemi, Malika Ayane, Arisa, Ermal Meta, Max Gazzè, Annalisa e il prezzemolino Orietta Berti (sta ovunque) ci sono nomi che al grande pubblico diranno poco o niente.
Ovviamente non ci riferiamo a Fedez (in coppia con la Michielin) che all’Ariston non è di casa ma è popolare anche come personaggio social (i Ferragnez), a Bugo che con la sparizione dal palco dell’anno scorso è diventato un tormentone, allo Stato Sociale che con la vita in vacanza e la vecchia che ballava fecero un botto clamoroso o ai Maneskin e Irama da sempre spinti dai media e talent.
Ma a nomi che quando furono annunciati da Amadeus nel corso di una puntata dei “Soliti ignoti”, nome omen della trasmissione azzeccatissimo per loro, la gran parte degli stessi addetti ai lavori andò a cercare su Wikipedia per capire di chi si trattasse.
Figurarsi cosa ne possano sapere la celebre casalinga di Voghera innalzata a personaggio dell’italiano medio da Arbasino o il meno noto pizzicagnolo di Ariccia che però vede un sacco di persone e fa opinione tra una fetta di porchetta e l’altra.
Si tratta di Coma_Cose, Gaia, Fulminacci, Madame, Willie Peyote, Fasma, Giò Evan, Aiello, Trifluoperazina, Ghemon, La rappresentante di lista, Random, Colapesce e Dimartino, Extraliscio e Davide Toffolo, in gara come Big per Amadeus e per chi li segue con passione (milioni di visualizzazioni per loro sulle varie piattaforme).
Una mossa astuta da parte di “Ama” che vuole avvicinare al festival i post millenials, gli amici di Maria e dei suoi programmi, i frequentatori di Tik Tok e delle storie Instagram che sanno tutto di questi giovani e rampanti artisti, ma che non vedono la televisione.
Niente di nuovo sotto il sole della riviera peraltro. Perchè esattamente sessant’anni fa, nell’edizione del 1961, un nutrito gruppo di debuttanti nel festival, andò a rompere le uova nel paniere dei vecchi fusti della canzone.
Celentano, Gino Paoli, Edoardo Vianello, Giorgio Gaber, Jimmy Fontana, Little Tony, Milva, Pino Donaggio, Tony Renis, Gianni Meccia, Bruno Martino e Umberto Bindi esordirono infatti in quel Sanremo e da lì spiccarono il volo verso il successo e una lunga carriera arrivata sino ai giorni nostri.
Va bè, non c’erano i tamponi allora a creare quel clima di incertezza e giustificato timore per i partecipanti, ma c’erano le canzoni con loro a renderli protagonisti, quelle che secondo i gusti e le tendenze del momento proporranno anche i nuovi arrivati. Non ci resta perciò che armarsi di tanta pazienza (cinque ore a serata…) e attendere per saperne di più.