8 MARZO, CARE AMICHE VI SCRIVO

DI ANTONELLA PAVASILI

Amiche vi scrivo
non per farvi gli auguri per l’otto marzo, non solo per questo almeno.
Vi scrivo di notte, mentre il buio avvolge i pensieri e il silenzio pulisce l’anima.
Vi scrivo perché è necessario dirci grazie, abbracciarci, sentirci veramente unite, solidali, amiche.
Vi scrivo, vi penso e vi vedo ciascuna al vostro posto.

Vedo te, che lavori in ospedale, col tuo camice, la mascherina, i guanti e la tua testa, il tuo sapere.
Ti vedo avvicinarti ad un malato e sussurrargli parole dolci di coraggio, mentre controlli i farmaci e i parametri vitali.
E poi ti vedo, in un momento di pausa, guardare il telefono e leggere gli ultimi messaggi dei tuoi bambini che stanotte si sono addormentati senza il tuo bacio.

E vedo te, che sei di turno in questura.
La divisa in ordine, i capelli raccolti, pronta a saltare in macchina e a fare il tuo dovere.
Ti penso e mi chiedo se ti capita di aver paura.
E penso che si, anche tu hai paura a volte, ma hai imparato a dominarla e che quella divisa la onori ad ogni respiro.

E vedo te, che ti attardi davanti alla tv per prenderti un momento di pace, per tirare il fiato.
Lui è di la, dorme, e almeno per qualche ora non ti minaccerà, non ti picchierà, non ti insulterà.
Ti vedo alzarti, ti avvicini ai lettini dei tuoi figli, li guardi, li accarezzi lievemente e sussurri “per voi, solo per voi…” e ti giuri che appena troverai un lavoro e sarai indipendente lo denuncerai e scapperai lontano con loro.
E intanto asciughi quelle lacrime che non riesci a fermare.

E vedo te, che ti rigiri nel letto e pensi che i soldi stanno finendo e un lavoro non l’hai più ma non ti arrendi e domani ricomincerai a cercare ovunque e non importa se sei laureata ma ai tuoi figli non farai mancare il pane e sei disposta a far di tutto.
È dura, da sole è dura, ma sai che ce la farai.

E vedo te, mamma.
Che nel rifugio del sonno leggero della tua età acquieti le ansie per me, per le mie sorelle, per i nipotini.
Ti sveglierai presto domattina e il tuo primo pensiero sarà per noi e anche la tua preghiera.
Ma più tardi ci dirai di aver coraggio, che questo triste periodo passerà.
Che non so se lo credi davvero, ma intanto riesci a farcelo credere.

E vedo tutte noi, amiche.
Il cuore pulsante di questa società, che di questo tempo orribile stiamo pagando il prezzo più alto.
Ma che non abbassiamo la testa e marciamo fiere e instancabili verso la nostra meta.
E magari a volte crolliamo, ma non ci rompiamo mai e ci aggiustiamo con un pizzico di fondotinta in più e un filo di rossetto.
E ripartiamo, sempre, più forti di prima.

Perché noi siamo così.
“Dolcemente complicate” ma sempre innamorate.
Dei nostri figli, dei nostri uomini, delle nostre mamme, dei nostri papà.
Della vita.
Che diamo e proteggiamo.
Ogni giorno, non solo l’otto marzo.

Che però è un giorno speciale.
Per ricordarci quanto è importante tenerci per mano.

Auguri amiche, vi auguro un otto marzo di mimosa, speranza e solidarietà.