DI GIANFRANCO ISETTA
L’aria che spira ci usurpa la gola
deve sembrare come un’invasione
disposti in gocce di guerra proiettili
nel nuovo mondo di corpi e di veli.
Schiusi da poco dalle nostre stanze
ci tenevamo stretti per le mani
nulla che ci allettasse del presente
eppure tutti guardavamo lontano.
Promesse antiche ci sorridono oggi
Sul pavimento incavato dai passi
memoria e desideri si confondono
ribelli alla sostanza delle cose.