DI LUCA BAGATIN
Il Parlamento cinese ha approvato, giovedì 11 marzo scorso, il quattordicesimo Piano quinquennale di sviluppo economico e sociale (2021 – 2025).
Presentato dal Partito Comunista Cinese, il Piano prevede obiettivi in grado di dare priorità al “miglioramento delle condizioni economiche del Paese, aumentare il benessere dei cittadini e promuovere l’innovazione tecnologica”.
Il documento stabilisce, inoltre, di dare priorità allo sviluppo di fonti energetiche pulite, al fine di raggiungere l’obiettivo strategico nazionale di ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica entro il 2060.
Il nuovo Piano quinquennale cinese, che contiene 192 capitoli, presenta, sette obiettivi principali:
1- Mantenere i principali indicatori economici entro un intervallo appropriato al fine di ottenere una crescita annua superiore al 7% delle spese di ricerca e sviluppo.
2- Mantenere il tasso di disoccupazione urbana entro il 5,5%.
3- Aumentare il numero di residenti urbani al 65% della popolazione.
4- Aumentare di un anno l’aspettativa di vita dei cittadini cinesi.
5- Promuovere lo sviluppo verde.
6- Promuovere lo sviluppo di alta qualità della Belt and Road Initiative.
7- Segnare l’inizio di una nuova tappa nella costruzione di una Cina pacifica.
Relativamente allo sviluppo delle tecnologie, il Piano prevede 7 aree di ricerca importanti: intelligenza artificiale, informazione quantistica, circuiti integrati, scienza del cervello, tecnologie generiche e biologiche, medicina clinica e esplorazione dello spazio cormico, sotterraneo, delle profondità dei mari e delle regioni polari.
Settori chiave dello sviluppo e del benessere della popolazione cinese, rimarranno – come indicato nel Piano – il settore dei servizi pubblici, la rete di sicurezza sociale, l’istruzione, la sanità e la redistribuzione del reddito.
Recentemente, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, aveva dichiarato che la Cina è riuscita a porre fine alla povertà assoluta della sua popolazione, raggiungendo così l’obiettivo posto dall’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, addirittura un decennio prima del previsto (2030).
Luca Bagatin