CARO VAN BASTEN

DI VINCENZO G.PALIOTTI
Caro Van Basten,
ti abbiamo sempre ammirato nonostante indossavi una maglia diversa da quella che è da sempre nel nostro cuore.
Abbiamo sofferto insieme a te per gli infortuni che ti hanno tolto dal mondo del calcio troppo presto perché oltre ad essere tifosi siamo anche amanti di chi onora questo sport con la sua classe, il suo talento.
In risposta a questo abbiamo ricevuto da te solo insulti, attestati di disistima affermando di aver “rubato”, che brutta parola, uno scudetto, quello del 1990 quando, oltre a favori arbitrali ricevuti nel corso del torneo, la disciplina sportiva ci attribuiva una vittoria a tavolino per un fattaccio avvenuto a Bergamo e che, secondo te, avrebbe consentito al Napoli di vincere quel triangolino tricolore.
Vedi, caro “amico”, basterebbe poco per smontare le tue accuse, basterebbe solo dire che tu nella tua dichiarazione alla stampa affermi che nella partita di Bergamo con l’Atalanta, i locali conducevano per 2 a 0. Una bugia grossolana! Infatti, la partita invece era sullo 0 a 0, e così sarebbe finita. Questo per dire che la tua memoria non è poi tanto lucida.
Infine, parlando di vittorie meritate, ma anche per evidenziare le differenze tra te e noi poveracci vincitori di soli due titoli di cui uno “rubato”, hai dimenticato quel 1° Maggio 1988 quando vincendo al S. Paolo la tua squadra scucì dal petto del Napoli uno scudetto che la squadra azzurra meritava avendo dominato per tre quarti di campionato, il tutto in una cornice che hai dimenticato: solo applausi da 90.000 tifosi – sportivi per la tua squadra, compreso te che avevi pure segnato, cosa che fu apprezzata da tutto il mondo del calcio per un gesto che avresti dovuto ricordare e che forse, se ricordato, ti avrebbe consigliato di evitare questa caduta di stile.
Perché tu meglio possa ricordare ti invio un articolo del Corriere della Sera che titola: “Napoli-Milan 2-3? E i partenopei applaudirono. In rarissimi casi è una squadra intera a essere applaudita da tifosi avversari (pur delusi). Come accadde grazie ai 90mila del San Paolo al termine di quel Napoli-Milan 2-3 del 1987-88, che sancì il sorpasso-scudetto dei rossoneri ai danni della squadra allenata da Ottavio Bianchi e illuminata da Diego Maradona. Grazie a quella vittoria del Milan di Arrigo Sacchi, che proponeva fuoriclasse come Van Basten, Gullit, Donadoni, Baresi e Maldini (ma anche pressing alto e mentalità vincente) il calcio italiano svoltò. E ad accorgersene prima di tutti furono proprio i competenti tifosi partenopei. Il Milan vinse giustamente e loro lo applaudirono a scena aperta. Una (bella) immagine; di diritto nella storia del nostro calcio” (Corriere della Sera maggio 2017).
Con stima immutata per il campione sul campo di gioco, per l’uomo non credo meriti lo stesso “trattamento” Senza rancore però, quello è un sentimento che non ci appartiene, a Napoli da sempre è l’amore che trionfa ed è ben presente, nel bene e nel male.