DI MASSIMO RIBAUDO
Sono responsabili anche twitter, google e Facebook?
Lo sta chiedendo ai rispettivi CEO anche il Congresso americano.
La richiesta, lo dico, mi sembra molto farisaica.
Le informazioni, le opinioni che si condividono sulle piattaforme in genere appartengono alla libertà di manifestazione del pensiero.
Sono stati i media pro Trump a parlare di furto elettorale e necessità di una rivolta. Sono stai questi articoli ad essere condivisi. E’ stato Donald Trump a chiedere ai suoi sostenitori di marciare su Capitol Hill, il 6 gennaio scorso.
Certo, sembra che gli algoritmi di Google e Facebook dessero maggiore visibilità ai messaggi complottisti che a quelli razionali.
E cosa ci aspettavamo da una piattaforma di condivisione che guadagna da pubblicità, inserzioni e vendita di analisi di tendenze?
Trump pagava e i messaggi complottisti apparivano con più frequenza. E’ tutto inevitabile, se non c’è un controllo “terzo” della Magistratura. E negli Stati Uniti questo controllo autonomo è molto meno efficace che in Europa.
Quindi, no. Zuck non c’entra. Almeno in modo diretto.
Se arrivano dei pacchi bomba, i responsabili non sono i produttori di scatole, e neanche i postini.
Ma chi ci mette le bombe e le invia.