DI MASSIMO RIBAUDO
Si. Come ha chiesto il Cardinal Bassetti alla messa dove era presente il Presidente del Consiglio, Mario Draghi ha bisogno di qualcuno che preghi per lui.
Per i suoi peccati, prima di tutto.
L’aver sempre ritenuto che il benessere delle popolazioni passi da una moneta forte che mantenga il suo valore nel tempo, ad esempio.
Quello fa star bene i ricchi, non gli esseri umani.
E’ un Draghi dimesso quello che lascia la messa di Pasqua di Città della Pieve. Un giornalista gli chiede se ci sarà una rinascita, in Italia. Lui bofonchia un: “beh, speriamo di si”.
Lo sa anche lui che si è circondato di grigi manager senza visione del futuro, ragionieri della partita doppia senza la fantasia della massaia capace. E poi ha permesso ai partiti, soprattutto di destra, di nominare ministri e sottosegretari tra i peggiori scalzacani.
Li avete visti i giardini di Milano in cui cavalcava Ludovico il Moro nella fiction su Leonardo? Bellezza pura. Magnificenza.
C’è qualche traccia di bellezza e grandiosità nei programmi per accedere ai fondi del Recovery Fund? Cingolani ci preannuncia qualcosa che ci porti all’applauso e all’entusiasmo?
No. Tutto tace.
I vaccini non arrivano, gli anziani soli e poveri sono dimenticati, mentre i ricchi che possono andare in Serbia si vaccinano come vogliono.
Intanto Matteo Salvini si permette di creare alleanze nazionaliste con paesi retrogradi come Ungheria e Polonia. Vuole trasformare l’Italia in una Thailandia tribale, ma nessuno glielo fa notare.
Non ha coraggio, Mario Draghi. Dovrebbe dire ai suoi alleati di destra che se in due anni non si cambia completamente mentalità, per la figlia di Salvini, quando sarà maggiorenne, c’è un solo futuro: o espatriare, come migrante di lusso, oppure aprirsi un sito su onlyfans.
Non ascoltiamo da Draghi e dal suo governo proposte di rinascita, ma vaghe promesse che lasciano il campo ai custodi della decadenza feudale leghista e fascistoide.
Preghiamo che qualcosa cambi. E in fretta.