LA FOLLA DEI NO-VAX

DI LEONARDO CECCHI

Questa folla di no-vax che vedete qui era oggi a Roma.

Ma non erano i soliti complottari 5, 6 e 7G: erano medici e infermieri.

Tutti lì per dire no all’obbligo vaccinale. “Non è giusto che veniamo sospesi dal lavoro se non ci vacciniamo: viene meno la democrazia”, dicono. Allora un punto per (provare) a chiarire.

Perché qui a volte si confonde il concetto di democrazia e di libertà con anarchia, caos ed egoismo infantile. Anzi: con il rifiutarsi di accettare che una libertà venga condizionata a delle regole che garantiscono ordine e sicurezza (per noi e per gli altri).

Io sono libero di guidare una macchina, ma devo rispettare alcuni obblighi per farlo. Non andare contromano in autostrada, non montare un propulsore nucleare su una panda per farla andare più veloce, non girare senza targa ecc.

Accetto quegli obblighi – occhio qui – nel momento in cui decido di esercitare la mia libertà di guidare una macchina (io, lo decido io, non mi punta nessuno una pistola alla tempia per accettare). Obblighi, questi, che nascono in un pezzo del sistema democratico (non è che li ha imposti Pol Pot).

Allo stesso modo, se eserciti la libertà di scegliere in autonomia (sottolineo: in autonomia) una professione medico-sanitaria, accetti l’obbligo di rispettare delle regole che garantiscono la salute di chi devi curare. Il concetto è tutto sommato semplice. Non capirlo e gridare alla dittatura non è ottusità: è egoismo.