DI CRISTIANO TASSINARI
“Una gelata cosi non si vedeva dal 1938″, dicono i proprietario dei famosi vigneti francese di Côte–Rôtie e Condrieu.
Un’ondata di gelo, in aprile, che ha scosso tutto il mondo vitivinicolo e agricolo della Valle del Rodano, nel sud-est della Francia.
Gli effetti del riscaldamento, ma i danni li ha fatto il freddo…
Dopo lo shock, i viticoltori stanno cercando di salvare il salvabile.
Questo crollo della produzione non dovrebbe influenzare le vendite nell’immediato futuro, ma tra qualche anno indubbiamente sì.
“Il Côte-Rôtie è un vino da invecchiamento, quindi abbiamo scorte per due anni e mezzo. Ma poi che succederà?”, si domandano i viticoltori.
II pendii di queste zone sono generalmente spazzati da un vento forte e beneficiano di un’esposizione a sud che evita le gelate peggiori.
Il fenomeno è stato così eccezionale, che i vigneti della zona del Rodano non erano affatto preparati per resistere.
Uno dei problemi riguarda le viti: sempre più precoci. E questo, come spiegano i viticoltori, è un effetto del riscaldamento globale, ormai percepibile da almeno da 30 anni.
Eppure è stato il freddo a causare tutti questi danni…
“Possiamo salvare, forse, solo il 20% della produzione…”
Penso che possiamo salvare il 20% della produzione, forse negli angoli meno colpiti. Ci sono alcune zone dove il 100% dell’uva è stata abbrustolita, la notte dell’8 aprile”, racconta Michaël Gérin, viticoltore di Ampuis.
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“Quando sono arrivato all’appezzamento giovedì mattina, ho potuto vedere che c’era un danno significativo: le gemme erano ancora verdi perché erano congelate. I primi raggi del sole hanno avuto un effetto di ingrandimento, che ha fatto sì che tutte le gemme fossero bruciate”, spiega David Duclaux, viticoltore a Tupin-et-Semons.
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Era già un momento difficile…
In difficoltà anche la produzione 2021 di Condrieu. Le botti in cantina costituiscono una buona riserva, ma il futuro preoccupa i produttori.
“Stiamo ancora uscendo da questo periodo di Covid, il mercato della denominazione Condrieu è un mercato molto tradizionale ed è guidato dal business della ristorazione, che è molto complicato oggi, per cui non sarà facile…”, dice il presidente del consorzio del Condrieu, Christophe Pichon.
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Ora servono risposte concrete
I viticoltori stanno pensando ad evitare che il fenomeno si ripeta in futuro, utilizzando moderne attrezzature di riscaldamento, però molto costose.In realtà si possono usare anche candele e bracieri, ma senza grandi risultati…
I viticoltori attendono, quindi, risposte concrete dal governo. risarcimenti, l’esenzione dagli oneri salariali e dal contributo previdenziale agricolo.
da euronews.france