15 Aprile 1967, Totò ci lasciava, le sue ultime parole furono: “portatemi a Napoli”, un’ultima dichiarazione d’amore per la sua città.
Tanti anni sono passati da quel triste giorno, ma Totò non l’abbiamo perso, Totò è ancora tra di noi a compiere la sua missione di aiutare a modo suo la gente, con la sua arte, mai volgare e che aveva una componente sempre presente nelle sue gag, nei suoi personaggi: l’umanità.
In questi giorni costretti a casa ancora di più se ne sente la vicinanza. La Rai ma anche tutte le altre TV, lo riscoprono per l’ennesima volta ed almeno una volta al giorno ci offrono un saggio della sua arte distogliendoci dalla “clausura” regalandoci sorrisi e un pezzetto di serenità, attenuando, seppure per poco, il dolore di certe notizie.
Tra tanti replicanti, tanti falsi e veri comici lui prevale sempre, lui che è comico vero, ma è anche uomo vero, ed essendo tale si dimostra più serio di tanti falsi, involontari, comici che cercano di emularlo, rendendo comici con le loro risposte, con le loro considerazioni, con le loro ricette su argomenti tremendamente seri che però non suscitano quanto invece faceva il principe del sorriso perché manca loro un elemento essenziale: l’umanità. Ecco quelli lui li chiamava i “caporali”.
A distanza di tanti anni manchi comunque e sempre caro Totò. Quanti “caporali” sono nati, approfittando della tua assenza, sono certo che non li avresti risparmiati al pubblico ludibrio con una battuta, una gag e le risate li avrebbero seppelliti. Oggi invece vanno in giro tranquilli sapendo che non ci sei, ma ti immaginiamo affrontarli come in una delle tue indimenticabili gag: “Onorevole, ma chi? Lei? Ma mi faccia il piacere, se ne vada. E quelli buoni, quelli veri che hanno preso anche l’aumento, cosa dicono?”.
Grazie Totò, anche in questa circostanza così tragica, hai fatto onore alla tua missione alleggerendo, anche per il tempo di un tuo film, il peso difficile di questo tempo, rendendo tutto più sopportabile, anche il Covid. Non ti abbiamo dimenticato e non credo sarà mai possibile.