DI VINCENZO G. PALIOTTI
Il nostro sport nazionale si vuole vestire di “nobiltà”, anzi vogliono vestirlo di nobiltà, pensando che è forse un discredito, per certi club “blasonati”, giocare in Serie A contro squadre tipo Spezia, Benevento, Crotone pensando che il loro “lignaggio” meriti molto di più, se ne ebbe un “assaggio” anni fa, quando un presidente di calcio di serie A ebbe a dichiarare disdicevole di dove vedere squadre nella massima divisione come il Frosinone, adducendo tale “ignominia” allo status economico di quella società. Legittimando quindi una “casta”, che per certi versi, e tanti fatti accaduti, esiste già.
Allora, per rimediare a ciò, si è riunita la “nobiltà” del calcio europeo che decide di mettere le distanze e quindi crearsi un campionato ad hoc, dove si dovrà esibire il “pedigree” per farne parte. Naturalmente non disdegnando di “esibirsi” nei tornei nazionali, e ancora non si sa cosa ne sarà della Champions League, appena riformata dall’UEFA, e di Europe League.
Al momento le squadre che hanno aderito, “fondatrici della Superlega” sono: AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcellona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur. Presidente della lega lo spagnolo Florentino Perez, Real Madrid; Vice Presidente Andrea Agnelli, Juventus FC. Andrea Agnelli, per poter rivestire la carica di Vice Presidente, ha lasciato la presidenza dell’ECO, l’associazione dei club europei di calcio.
Comunque, è ancora presto per poter dare un giudizio definitivo su quanto sta accadendo, non ne sappiamo ancora abbastanza per farlo. Seguiremo gli sviluppi dei prossimi giorni.
Però, così, sic et simpliciter, in tutto questo appare chiara solo una cosa: si tratta di un altro, ulteriore, espediente per far soldi. Al diavolo quindi lo spirito sportivo, al diavolo De Coubertin, evviva il concetto che “vincere è la sola cosa che conta”.
Oppure, gratta, gratta chiamatela solo la ricerca di un’ancora di salvezza per quei club che, per primeggiare non hanno mai badato a spese indebitandosi fino agli occhi e che oggi, complice la pandemia, ma anche il risultato di politiche gestionali sbagliate, alle quali porre rimedio. Come, per esempio, quella di investire 400/500 milioni di euro su un solo calciatore scoprendo poi che è stato un flop perché non si è raggiunto il risultato sperato. Oppure per risanare società che hanno visto due tre passaggi di proprietà nel breve spazio di tempo di due stagioni, che non avendo visto risultati, né conseguenti incassi si sono trovati con i debiti contratti per metter su una squadra che doveva essere, a loro detta, competitiva.
La FIFA e l’UEFA, anche loro colpevoli di aver, per esempio, allentato il controllo sul “Financial Fair Play”, hanno reagito in modo deciso minacciando duri provvedimenti qualora questo progetto venga messo in atto e fatto partire: Chi vi parteciperà sarà escluso dai campionati nazionali, dalle Coppe Europee e Intercontinentali; ai calciatori tesserati dalle società partecipanti la Superlega, sarà vietata la convocazione nelle rispettive nazionali e di conseguenza la partecipazione a tutti tornei organizzati sotto il controllo di FIFA e UEFA.
Per quanto riguarda l’Italia hanno aderito alla Superlega: Juventus, Inter e Milan, guarda caso le società che più hanno sofferto gli effetti del Covid e di altro.
In Europa due nazioni si sono dichiarate contrarie schierandosi al fianco di FIFA ed UEFA: Germania e Francia, le altre intendono partecipare con le squadre più titolate.