IL TEMPO E’ MIO E ME LO GESTISCO IO

 

DI MARIO PIAZZA

Il bello di essere dirigenti, liberi professionisti e imprenditori consiste nell’essere padroni del proprio tempo. Ogni impegno, magari malvolentieri, è stato accettato volontariamente.

A partire dall’ora della sveglia, e poi riunioni, viaggi, appuntamenti fino all’ora del ritorno a casa, tutto è una libera scelta.

E’ all’interno delle ore di lavoro che ognuno infila ciò che ama fare di più. Per me era la partita a golf del mercoledì mattina, per altri era una “chiusa” a casa dell’amante, altri passavano un pomeriggio in una spa tra saune e massaggiatrici e altri ancora si prendevano tutte le ore necessarie per fare acquisti, ma non ho mai conosciuto nessuno che sottraesse tempo alla propria attività professionale per fare il parlamentare.

Prendiamo a caso un avvocato, diciamo Giulia Bongiorno.
Mi dicono un grande avvocato, di quelli che solo i ricchi si possono permettere e che hanno praticanti e segretarie più impegnati a selezionare i nuovi clienti che a scartabellare tra i codici. Anche lei sottrae tempo all’attività forense per fare altro, non troppo tempo per la verità visto che la sua partecipazione alle votazioni in Senato nei tre anni di questa legislatura si ferma a un misero 12%.

Devo pesare attentamente le parole perché l’avvocato in questione ha la querela facile, ma non mi pare appropriato che rappresentare i propri elettori in parlamento sia equiparabile alle piccoli o grandi trasgressioni che altri professionisti si concedono, non fosse altro perché passare una mattinata sul campo da golf costava quattrini e implicava il rischio di perdere qualche affare mentre i “diversivi” parlamentari sono lautamente retribuiti dai contribuenti, che tu li soddisfi o meno non fa nessuna differenza.

Ai possibili conflitti d’interesse e alle possibili commistioni tra attività professionale e militanza politica non voglio neppure accennare, perché lì la querela è certa.