DI LUCA BAGATIN
In vista delle elezioni del 19 settembre, per il rinnovo della Duma, ovvero il parlamento russo, si stanno svolgendo, in questi giorni, i Congressi dei principali partiti della sinistra patriottica russa, maggiori oppositori al regime liberal conservatore di Putin.
Il 24 aprile si terrà, a Mosca, il 18esimo congresso del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF), guidato da Gennady Zjuganov, maggior partito di opposizione alla Duma e, il giorno successivo, ovvero il 25 aprile, si terrà – sempre a Mosca e nonostante i tentativi di boicottaggio da parte delle autorità – il Congresso del partito nazionalbolscevico “L’Altra Russia di Eduard Limonov”, i cui sostenitori continuano ad essere arrestati e imprigionati, nel silenzio del mass media nazionali e internazionali.
Il Congresso di Altra Russia sarà particolarmente importante in quanto, i rappresentanti del partito, hanno intenzione di presentare i documenti necessari al Ministero della Giustizia per la registrazione alle elezioni di settembre, considerando che – ad oggi – è sempre stato proibito ai nazionalbolscevichi di Limonov – con ragioni pretestuose – di candidarsi a qualsivoglia competizione elettorale.
Il 22 aprile si è aperto invece il VI Congresso dei Comunisti di Russia (CPKR), guidati da Maksim Suraykin, i quali hanno omaggiato – deponendo mazzi di garofani rossi presso il suo Mausoleo – il 151esimo anniversario della nascita di Vladimir Lenin, eroe della Rivoluzione bolscevica dell’Ottobre 1917.
Al Congresso hanno preso parte, oltre ai delegati, i rappresentanti dei partiti fratelli dei Comunisti di Russia nelle Repubbliche ex Sovietiche, ovvero: il Partito della Sinistra Bielorusso Mondo Giusto (partito comunista oppositore di Lukashenko); il Partito Comunista Unito Progressista dell’Armenia; l’Unione dei Comunisti dell’Azerbaigian; l’Unione delle Forze di Sinistra del Donbass e il Komsomol (movimento giovanile comunista) di Lugansk.
I Comunisti di Russia – che pur non hanno al momento seggi alla Duma, ma hanno ottenuto significativi risultati elettorali alle più recenti amministrative – si differenziano dal Partito Comunista della Federazione Russa, in quanto decisamente più radicali e meno riformisti. Accusano infatti Zjuganov e il suo partito di essere troppo transigenti con il governo e di essere troppo borghesi.
Obiettivo dei Comunisti di Russia è ricostituire l’URSS (definiscono la Perestroika di Gorbaciov “un colpo di Stato borghese”), attraverso un socialismo rinnovato, ovvero, come recita il loro programma, sostengono “la ricostituzione di una società dove non ci sarà più sfruttamento dell’uomo sull’uomo”.
Denunciano la Russia attuale quale “Paese borghese che sta vivendo da tempo secondo le leggi del capitalismo” in cui le riforme di mercato hanno portato a concentrare la ricchezza nelle mani dell’1% della popolazione.
I Comunisti di Russia sono, in sostanza, per l’applicazione dei principi marxisti-leninisti storici, ove i mezzi di produzione divengano proprietà comune e il popolo sfruttato, unito, torni a lottare per i propri diritti.
Combattono, inoltre, ogni forma di sciovinismo e xenofobia, promuovendo il principio di uguaglianza delle nazioni e dei popoli e propongono, oltre ad un sistema di istruzione, sociale e sanitario efficiente e gratuito per tutti, anche la nazionalizzazione di: risorse naturali, terreni, industrie estrattive, settore energetico e dei trasporti, complesso militare-industriale, sistema bancario, settore farmaceutico e commercio estero.
In politica estera, i Comunisti di Russia si contrappongono alle forze della NATO e promuovono l’ONU quale strumento per la risoluzione pacifica delle controversie internazionali.
Guardano, inoltre, con grande ammirazione ai successi dei Paesi socialisti quali la Cina Popolare, Cuba, il Vietnam, il Laos Popolare e la Corea del Nord, rispettando le diversità di modelli socialisti applicati in quei Paesi.
Si dichiarano solidali con tutti i movimenti antimperialisti di ispirazione comunista e proletaria di tutto il mondo, in particolare con i partiti comunisti delle ex Repubbliche Socialiste Sovietiche.
I Comunisti di Russia hanno decisamente più punti in comune con il programma de “L’Altra Russia di Eduard Limonov”, rispetto che con il partito di Zjuganov e, negli ultimi tempi, i due partiti hanno spesso organizzato manifestazioni ed eventi comuni.
A legarli, in particolare, le idee economiche fondate sul socialismo popolare anticapitalista e la riunificazione delle ex Repubbliche Socialiste Sovietiche in seno a una Russia socialista, oltre che la critica agli attuali autocrati al potere quali Putin in Russia e Lukashenko in Bielorussia (quest’ultimo è invece sostenuto dal partito di Zjuganov).
Che i Comunisti di Russia e i nazionalbolscevichi di Limonov possano presentare liste comuni è prematuro dirlo, ma non impossibile pensarlo.
Luca Bagatin