DI VIRGINIA MURRU
Oggi alle ore 16 è prevista la Comunicazione del premier Mario Draghi in Parlamento sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (già in corso), che dovrà essere poi trasmesso a Bruxelles entro il 30 aprile. Seguirà un dibattito generale, la replica e infine le dichiarazioni di voto, in programma per domani (martedì 27).
Il presidente del Consiglio, considerato dal Financial Times in un articolo (Delinquent Italy turns into a model), il ‘salvatore della patria’ – e un’Italia che ha apostrofato nel titolo ‘delinquente’ – va avanti con decisione, e definisce le misure contenute nel Piano Nazionale di ripresa ‘epocali’, per l’ingente impiego di risorse, senza precedenti.
Tra gli obiettivi fondamentali del Piano c’è l’incremento dell’occupazione, bersaglio della pandemia, che nel volgere di un solo anno ha portato alla perdita di circa 1 milione di posti di lavoro.
Le nuove misure, che alla luce della supervisione della Commissione Europea hanno creato qualche divergenza con il Governo italiano, ora, secondo le stesse dichiarazioni del premier “dopo ‘la lunga e serrata interlocuzione con Bruxelles, arriva il via libera.” Il Piano è atteso quindi all’analisi del Parlamento. E’ già in svolgimento alla Camera in queste ore, domani approderà in Senato.
Questo Governo nasce come promotore della ‘transizione ecologica’, dunque a vocazione green e digitale, criteri che hanno favorito il ‘lasciapassare’ della Commissione europea.
Dagli investimenti in questi settori si attendono riscontri positivi in termini di occupazione: i nuovi impieghi arriveranno soprattutto dalle risorse destinate alla sostenibilità ambientale e risparmio energetico. La digitalizzazione sarà protagonista nel prossimo quinquennio, e la conoscenza dell’informatica favorirà per ovvie ragioni i lavoratori alla ricerca di un’occupazione, in particolare i giovani, per i quali si chiede ‘una riserva’ del 30%.
L’obiettivo è quello di rendere disponibili circa un milione di posti di lavoro nei prossimi anni; questa è la via privilegiata – tramite gli stanziamenti previsti nei settori green e nel tecnologico – per saltare il fosso, ossia le conseguenze drammatiche della pandemia.
Attraverso il sostegno alle imprese, e le misure straordinarie adottate per limitare l’impatto dell’emergenza sanitaria, lo Stato ha congelato fino ad ora i licenziamenti, senza questi interventi, circa 300 mila occupati avrebbero perso il lavoro. Una soluzione per ovvie ragioni temporanea, dato che, quando cesseranno le misure anti-COvid sul blocco dei licenziamenti, le aziende provvederanno ad effettuare tagli nel personale, in particolare tra i cassintegrati a zero ore.
Il notevole dispiego di risorse nel tessuto produttivo del Paese, tramite il Piano Nazionale di ripresa, porterà però le imprese a programmare nuove assunzioni, che compenserà nel mercato del lavoro le perdite dovute alla cessazione del blocco dei licenziamenti.
Secondo le previsioni di UnionCamere e Anpal, entro il 2025 dovrebbero rendersi disponibili quasi 4 milioni di posti di lavoro, anche se c’è da considerare che oltre la metà deriveranno da regolare turnover. E tuttavia, con il Next Generation Eu, i nuovi occupati, ossia coloro che saranno impiegati nei settori riguardanti il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, saranno oltre un milione.
Un anno fa, quando ancora non era in vista il Recovery Fund, e le relative risorse provenienti dall’Ue, non si sperava in un recupero così forte dell’occupazione. Oggi, il PNRR permette questi progetti ambiziosi, nel contesto di un futuro in cui i settori dominanti nell’attività produttiva avranno orientamento green, e target sempre più raggiungibili tramite il concorso dell’innovazione.
Testo integrale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PDF):