SECOLI DI CULTURA OCCIDENTALE SCONFESSATI IN UNA NOTTE. CHLOÉ ZHAO E LA POESIA CINESE

DI COSTANZA OGNIBENI

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“Ultimamente ho pensato molto a come vado avanti quando le cose si fanno difficili. E penso a qualcosa che ho imparato da bambina (…) Mio padre e io facevamo questo gioco. Imparavamo poesie cinesi classiche e le recitavamo insieme. E provavamo a finire uno le frasi dell’altro. E ce ne è una che ricordo così bene, si chiama “The three characters classic” e la prima frase recita “le persone sono buone dalla nascita”.
Sono della vincitrice dell’Oscar come miglior regista Chloé Zhao, le parole pronunciate con tanto di statuetta in mano durante uno degli eventi più attesi e seguiti dell’anno. Una riflessione apparentemente innocente, quasi naïf, ma se si pensa che sono state dette durante uno degli eventi più seguiti al mondo, potrebbero avere lo stesso potere del famoso battito d’ali che crea uragani dall’altra parte del globo.
E ci voleva una brava artista dalle origini orientali, per far traballare le fondamenta su cui si erge l’intero impianto della cultura occidentale. Da Platone ad Aristotele, fino ad arrivare alla cultura cristiana, sono ben altre le credenze su cui si fonda la nostra civiltà. Credenze basate su una naturale malvagità dell’uomo, un peccato originale che determina un’indole perversa che deve essere continuamente tenuta a bada dalla Santa Ragione. Servono guardiani, Madri superiore, poliziotti e punizioni per “educare” quel piccolo, pericoloso selvaggio che risiede nella parte più remota di ognuno di noi. Qualcuno lo aveva chiamato “Es”, dominato dal Super Io mediante l’Io, definendolo un pericoloso insieme di pulsioni parziali volte esclusivamente alla soddisfazione del piacere e di bisogni egoistici. Una visione così radicata, da farci pensare che sia l’unica possibile.
Poi, succede che i mass media si distraggono per un momento, e danno voce a una donna che occidentale non è, che razionale non è, che racconta di “naturale bontà dell’uomo”. Lungi dall’essere un’opinione estemporanea, basata su un’effimera voglia di diffondere perle di ottimismo in uno dei momenti più bui della storia, essa si basa sulla poesia classica, quindi su qualcosa di tramandato nei secoli. Un testo che racconta una storia diversa, sulla natura dell’uomo, e in grado di fare cultura. Certo, erano poeti, quindi qualche pensiero fuori dall’ordinario dovevano averlo, altrimenti che artisti sarebbero stati?
Ma fa star bene pensare che dall’altra parte del mondo c’è stato qualcuno che ha fatto la rivoluzione cantando versi che raccontano una storia, e quindi un destino, diverso dal consueto “homo homini lupus”.
Un destino diverso raccontato anche da una teoria nuova e rivoluzionaria, elaborata lo scorso secolo da un grande psichiatra che parla di una naturale sanità dell’uomo, di un’uguaglianza alla nascita che lo porta a cercare rapporti volti alla realizzazione delle proprie esigenze che ne definiranno l’identità (si veda “Istinto di morte e conoscenza” di Massimo Fagioli).
Colpisce che davanti a una platea inquantificabile, la vincitrice di uno dei premi più prestigiosi del nostro tempo abbia raccontato qualcosa di simile, dando voce a una proposizione sull’essere umano che esce altrettanto fuori dai canoni.
Che sia una fugace meteora o un ordigno destinato ad avere ripercussioni a lungo termine, lo scopriremo solo vivendo.
Ma, a ben pensarci, non sono mai fugaci meteore. Sono, piuttosto, battiti d’ala capaci di provocare uragani a distanza. Di tempo, in questo caso, oltre che di spazio.
People at birth / Le persone alla nascita,
Are naturally good / Sono naturalmente buone.
Their natures are similar / Le loro indoli sono simili,
their habits make them different / le loro abotudini li rendono diversi.
(Ou Shizi, o Wang Yinglin)