DI EMILIANO RUBBI
Il problema non è Fedez, che fa bene a fare quello che fa, il problema è che certi attacchi frontali a una destra xenofoba, omofoba e fascistoide li debba fare un influencer/rapper, perché la politica non li fa più.
A “sinistra” (con tutte le virgolette del caso) non c’è nessuno che attacchi frontalmente la controparte per le cose miserabili che dice.
E non è che ci volessero anni di ricerca, per scovare quattro frasi omofobe di altrettanti esponenti leghisti, eh.
Ma a “sinistra” nessuno fiata, tutti zitti e buoni, che sennò lo sciacallo padano e le sue truppe di coglioni si offendono.
Così succede che un Achille Lauro si traveste come Renato Zero negli anni 70 e diventa di colpo un’icona della lotta per i diritti LGBTQ, i capelli grigi di Giovanna Botteri diventano il faro del nuovo femminismo, Fedez ricorda quattro frasi omofobe dei leghisti e, se si votasse domani, la gente “di sinistra” lo vorrebbe come Presidente della Repubblica.
Perché a portare avanti qualche battaglia in maniera dura, schietta, schierata, a sinistra non c’è nessuno, quindi l’elettorato si attacca un po’ a quello che trova.
E parlo solo di diritti civili, eh, che quelli sociali probabilmente non sanno neanche cosa siano.
La “sinistra” parlamentare è quella che ne esce davvero con le ossa rotte, da questa faccenda, ancor più della Lega, se ci pensate un attimo.
Siete riusciti a diventare talmente trasparenti, innocui, democristiani, che è bastato che un ragazzo dicesse che il Re era nudo, perché il vostro elettorato si sentisse rappresentato da lui più che da voi.
La verità è questa.