DI ANTONELLA PAVASILI
Chi le scrive è una donna che, secondo la sua teoria, non sarebbe pienamente realizzata.
Non ho avuto figli, ahimè, e pertanto, sempre secondo la sua teoria, la mia famiglia “non esiste” in quanto, appunto, senza prole.
Io davvero penso che lei debba delle scuse a me e a tutte le donne che non hanno avuto il dono della maternità e anche a tutti gli uomini che, a dispetto delle sue scempiaggini, hanno amato e continuano ad amare una donna che non ha avuto figli.
Mi aspetto delle scuse onorevole Tajani.
Nette, chiare, senza se e senza ma.
E soprattutto senza tentare il giochino, tipico di chi vuole rimediare ad una scemenza e abusato in politica, del chiarimento interpretativo postumo.
Le parole non sono fumo.
Le parole restano e talvolta fanno un male pazzesco.
Lei, evidentemente, non ha nemmeno la più pallida idea di quanto dolore vi sia dietro una donna che non ha avuto figli o che ci prova da anni senza riuscirvi.
Un dolore che grida rispetto, lo stesso rispetto che meritano anche quelle donne che hanno “scelto”, per qualsivoglia ragione, di non avere figli.
E un uomo con le sue responsabilità non può permettersi simile ignoranza.
Semplicemente non può permetterselo.
E allora non le resta che scusarsi.
E magari occuparsi seriamente, e meglio, d’altro.
In Italia nessuno ha bisogno delle sue superficiali e maldestre considerazioni su temi che mostra colpevolmente di sconoscere.
Nessuno.
Meno che mai tutte quelle donne che magari, di notte, piangono da anni le lacrime di un dolore che non guarirà mai.
P.S.: vi sono dei momenti nella vita in cui le bandiere dell’appartenenza ideologica vanno ammainate.
Si chiama onestà intellettuale.
E mi appartiene.