ISTAT. POSITIVI I DATI SULLA PRODUZIONE INDUSTRIALE, L’ITALIA SCALDA I MOTORI DELLA RIPRESA

DI VIRGINIA MURRU

 

L’Istat ha appena pubblicato i dati relativi alla produzione industriale, con mese di riferimento marzo 2021. L’Istituto rende noto che l’indice destagionalizzato si stima che diminuisca dello 0,1% rispetto a febbraio. In media, nel primo trimestre, il livello della produzione cresce invece dello 0,9% rispetto a quello precedente.

L’indice sulla produzione industriale è un indicatore fondamentale che caratterizza la congiuntura economica di un paese. In Italia si avvertono, secondo l’analisi dei dati, chiari segnali di ripresa.

I dati evidenziano una crescita congiunturale marcato nel settore energia, +1,8% – meno evidente l’aumento per i beni intermedi, +0,5% – e ancora meno per i beni strumentali, 0,2%. Il comparto dei beni di consumo va proprio in negativo, con -1,5%.

In termini tendenziali, l’indice complessivo, sempre a marzo, aumenta con +37,7%. Gli aumenti tendenziali, precisa l’Istat, sono elevati e caratterizzano tutti i comparti: +58,1% per i beni strumentali, +40,8% per quelli intermedi, e +28% quelli di consumo. L’aumento risulta più ridotto nel settore energia, con +6,9%.

L’Istituto sottolinea tuttavia che in tutti i principali settori di attività economica si riscontrano aumenti su base tendenziale, solo le attività estrattive sono stabili. I maggiori incrementi riguardano la produzione di mezzi di trasporto: +102%, quella di apparecchiature elettriche, +66,4%, il settore metallurgico e fabbricazione di macchinari, +52%. Completano il quadro degli incrementi nella produzione, le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (con +51%).

E’ sicuramente un quadro generale incoraggiante quello riportato dall’Istat, prelude alla ripresa, dovrebbero essere in definitiva segnali positivi che rimandano ad un’economia pronta a scaldare i motori della ripartenza con migliori garanzie rispetto al 2020. Ora c’è la campagna vaccinale in corso che dovrebbe essere l’argine migliore contro le incursioni del Covid-19, principale responsabile dei colpi micidiali inferti all’economia globale, non solo a quella italiana.