DI MARIO BOFFO
Personalmente ho apprezzato la politica vaccinale condotta finora dal governo, che ha dovuto fra l’altro fronteggiare le note incertezze di approvvigionamento.
Trovo viceversa incomprensibile la decisione, che farebbe capo al Comitato Tecnico Scientifico, di allungare l’intervallo fra la prima e la seconda dose del vaccino Pfizer da ventuno a trentacinque giorni.
Questa decisione appare improvvida, soprattutto ora che la stessa Pfizer, nella persona del Direttore Medico per l’Italia, Valeria Marino, ha ammonito sul fatto che la validità del vaccino è basata su sperimentazioni con intervallo di tre settimane, e che nulla è possibile prevedere in quanto all’efficacia della somministrazione, con un intervallo più lungo. Del resto, proprio con questo sensato argomento, gli stessi organi tecnici istituzionali, nonché tutti i virologi televisivi, ci avevano istruito fino a qualche giorno fa.
L’allungamento dell’intervallo non solo sconvolge le agende di tutti coloro che avevano pianificato il proprio futuro professionale e personale sulla base degli appuntamenti già presi; esso getta pure una pesante incertezza sulla fiducia dei cittadini, che si vedono vaccinati in modalità diversa da quanto indicato dai produttori, certificato dagli enti regolatori, e approvato fino all’altro ieri da tutti gli addetti ai lavori.
Ad aggravare le cose, vi è che l’inatteso, e per molti incomprensibile, nuovo orientamento vaccinale interviene proprio nel momento in cui si stanno liberalizzando i comportamenti individuali e riaprendo le strutture di incontro sociale.
Ci è stato spiegato che le aperture sono un “rischio ragionato”, perché il potenziale aumento dei contagi sarebbe contrastato dall’efficacia della campagna vaccinale.
Ma la campagna vaccinale sarà ancora efficace con la nuova modalità? Basta l’esempio inglese, evocato in queste ore a sostegno della decisione ma considerato insufficiente dalla stessa Pfizer? Accrescerà la fiducia dei cittadini, senza la quale nessuna politica è possibile?
Se si tratta di una decisione in buona fede, mi sembra quanto meno, come ho detto più sopra, improvvida.
Se fosse stata adottata per il desiderio di correre (con la prima dose) e far vedere come siamo bravi, sarebbe del tutto sconcertante.
Non resta che auspicare in un ripensamento che riporti le cose alla necessaria saggezza gestionale.