DI CLAUDIA SABA
Francesca Morvillo e Giovanni Falcone si sposarono nel 1986.
Dopo l’attentato, fallito, all’Addaura, Giovanni le chiese di divorziare.
Per difenderla, per non coinvolgerla in quella che sapeva sarebbe stata la sua sorte.
Ma Francesca fu irremovibile. Non accetto’.
Rimase con Giovanni fino a quell’ultimo giorno a Capaci, il 23 maggio 1992.
Francesca lo aveva conosciuto a Palermo.
Lui ricopriva l’incarico di giudice istruttore nel tribunale di Palermo.
Nel 1983 andarono a vivere insieme e tre anni dopo si sposarono, in forma privata, davanti a Leoluca Orlando.
Antonino Caponnetto fu testimone alle nozze.
Sei anni.
Durerà solo sei anni quel rapporto.
Fino a quando, quel pomeriggio appena prima dell’estate,
Francesca Morvillo vola in aria insieme a Giovanni e alla sua scorta.
Per un po’ resta viva.
Il destino ha voluto che sopravvivesse qualche ora più di Giovanni fino alle 23, quando il suo cuore smette di battere per sempre.
L’orologio al suo polso è fermo
alle 17:58, ora dell’attentato.
È l’ora in cui si ferma anche la Sicilia.
Si ferma l’Italia insieme a parte di quel sogno che voleva sconfiggere la mafia.
Un sogno che si fermerà del tutto qualche mese più tardi, dopo l’attentato a Borsellino.
Anche le stragi si fermano.
Trionfante, tornerà la mafia.
Silente, discreta, devastante.
Più potente di prima.
“Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca.”