UN’ECONOMIA FONDATA SUL PROFITTO E’ MALATA E DISUMANIZZANTE

DI LUCA BAGATIN

Il caso della Funivia Mottarone, ma anche il caso della Pelletteria Serena di Poggio a Caiano, la cui titolare, posta agli arresti, sfruttava i lavoratori e li pagava tre euro l’ora, pongono una seria riflessione.

Può essere sostenibile e accettabile un sistema economico e sociale fondato sull’egoismo ? Su questa profonda patologia umana che genera infiniti problemi quotidiani ?

Il capitalismo non nasce altro che da questo.

Mentre l’impresa, l’attività economica, che fornisce beni, servizi e prodotti, dovrebbe essere unicamente al servizio della comunità. E non di quel profitto privato che genera, a monte, sfruttamento e mette in gioco la vita delle persone.

Le imprese dovrebbero essere di proprietà di chi ci lavora ed essere controllate dalla comunità nelle quali tali imprese operano. Ovvero i cittadini dovrebbero esserne gli unici azionisti.

Questo un sistema sano, che permetterebbe di lavorare il giusto, per il tempo che serve a soddisfare i bisogni essenziali della comunità. Senza sprechi, senza eccessi, senza distruzione dell’ecosistema o meccanismi che obbligano i lavoratori ad essere sfruttati o ad essere licenziati.

Nel periodo post-pandemia, una riflessione seria in questo senso, andrebbe fatta. Perché l’unica possibile per uscire da una crisi endemica, fondata su un’economia malata alla radice e basata sullo sfruttamento del lavoro salariato e sul sistema dei mutui, dei prestiti e relativi interessi bancari (oltre che sugli ingiusti debiti degli Stati) che, nei fatti, generano ulteriore sfruttamento del lavoro, in un circolo vizioso senza fine.

Un’economia fondata sul profitto è, non solo destinata a implodere, ma a generare l’aumento di una disoccupazione che da tempo era già endemica, a sfruttare le risorse, a ridurre all’osso i diritti di chi lavora.

Ad oggi, un fenomeno molto pericoloso e totalmente sottovalutato, rimane peraltro l’accumulo di grandi capitali nelle mani di pochi e soprattutto di pochi che controllano settori sensibili, quali quello delle telecomunicazioni. Molto pericoloso il fatto che esistano monopoli o oligopoli come Google, Microsoft, Facebook, Twitter, Apple, Amazon, per non parlare di grandi società di telecomunicazione. Oligopoli che in questo periodo di emergenza sanitaria hanno accumulato ulteriori profitti.

I settori chiave dell’economia, fra cui questi, dovrebbero essere nazionalizzati e controllati direttamente dai cittadini/fruitori, anche in quanto raccolgono dati altamente sensibili legati alla privacy e come tali non dovrebbero rimere nelle mani di privati o di società quotate in borsa, che si arricchiscono sulle spalle di moltitudini di utenti e cittadini.

Altri settori chiave che andrebbero nazionalizzati, oltre a quello del credito e dell’energia, anche quello delle case farmaceutiche, che diventerà sempre più un settore sensibile e delicato e che non potrà essere più oggetto di profitto da parte delle multinazionali e di imprese private.

Ad oggi nessun governo ragiona in tali termini e non vi sono discussioni in tal senso, ma ciò è davvero molto serio e grave.

E sarà il caso di iniziare a rimettere tutto ciò in discussione.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it