DI EMILIANO RUBBI
Quello che fa davvero paura, circa l’aggressione subita dalla coppia gay torinese in vacanza a Palermo, sono le modalità.
Un gruppo di ragazzini, minorenni, tra i quali due ragazze, li ha circondati perché si tenevano per mano.
E poi giù calci e pugni.
Naso rotto e venti giorni di prognosi per uno dei due ragazzi aggrediti.
E non è possibile derubricare il tutto a “casi sporadici”, come fanno quotidianamente i politici di destra quando si tratta di aggressioni a gay, migranti, rom o a qualunque categoria umana che non rientri tra le loro preferite.
In Italia abbiamo un problema con la violenza xenofoba, omofoba, misogina, il punto è questo.
E non venitemi a raccontare che la politica non c’entra niente, per favore.
Non venitemi neanche a dire che la nostra destra non ha mai detto di picchiare i gay e i migranti, perché non basta “non dire esplicitamente qualcosa”, se poi sono anni che la propaganda leghista e post-fascista si concentra unicamente sull’odio per chiunque venga percepito come “diverso”.
Quelli erano ragazzini.
E nessuno nasce omofobo.
L’omofobia, come la xenofobia, sono cose che si imparano, magari dai genitori, che oggi si sentono legittimati rispetto alle proprie posizioni dalla politica nazionale.
Non serve esprimere solidarietà, adesso.
Adesso serve una legge che tuteli tutte quelle persone che, da anni, vengono utilizzate come bersaglio della peggiore propaganda d’odio.
In un paese civile non ci sarebbe alcun bisogno di leggi del genere, siamo d’accordo.
Ma noi, evidentemente, in buona parte non siamo ancora un paese civile.