DI PATRIZIA CADAU
Giovanni Falcone e con lui Imposimato e Scopelliti, sono stati uomini di giustizia che hanno ritenuto fondamentale promuovere una legge che riconoscesse ai pentiti di mafia dei benefici di legge, perché erano assolutamente convinti che solo con questa politica di contrattazione sarebbe stato possibile convincere i mafiosi a collaborare.
Quelli che gridano all’ingiustizia, stanno offendendo la memoria di Giovanni Falcone, uomo di giustizia, e non di giustizialismo, in un corto circuito pauroso, in cui la scimmia che urla più forte santifica e demonifica nello stesso istante il giudice, il legislatore, e la vittima Giovanni Falcone.
Il nostro stato, nonostante quello che leggo stamattina, è ancora uno stato di Diritto, dove qualsiasi persona è uguale di fronte alla legge, dove nessuno può subire una violazione dei propri diritti umani e dove nessuno può essere condannato a morte, ma possibilmente accompagnato alla rieducazione.
In ogni caso, Maria Falcone, sorella di Giovanni, dovrebbe far venire la voglia di appellarsi al silenzio, avendo detto lei tutto ciò che c’era da dire “Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata”.