DI LEONARDO CECCHI
Trent’anni oggi per questo ragazzo. Trent’anni compiuti in carcere, dove si trova da quasi 500 giorni.
Le torture con i cavi elettrici, le botte, le privazioni. I trent’anni di questo che per tutti noi potrebbe esser fratello, figlio o semplicemente amico, arrivano dopo tutto questo.
E il motivo di tanto dolore e tanta ingiustizia è, esattamente, il niente. Il nulla. Una prova muscolare di un regime che ha vigliaccamente scelto come vittima sacrificale un ragazzo che non ha fatto niente.
L’impegno italiano deve rinnovarsi. Serve tirarlo fuori da lì il prima possibile. Non riuscirci, sarebbe una sconfitta per la giustizia e, francamente, per la credibilità del nostro Paese.