DI EMILIANO RUBBI
A Biandrate (Novara), Adil, un uomo di 37 anni, lavoratore e sindacalista che stava scioperando al di fuori di uno stabilimento della Lidl, è stato travolto e ucciso da un camion che è uscito forzando il picchetto.
A Prato, si è scoperto che il quadro elettrico dell’orditoio al quale lavorava Luana D’Orazio, era stato manomesso per funzionare anche quando la saracinesca era abbassata. Operazione fatta per recuperare tempo e aumentare la produttività. Ovviamente a discapito della sicurezza.
A Tavazzano, vicino Lodi, degli ex lavoratori licenziati dalla FedEx TNT che stavano manifestando sono stati assaliti e picchiati con bastoni e taser da un gruppo composto, a quanto pare, da guardie private travestire da lavoratori.
Sul Mottarone, il freno di emergenza della funivia caduta era stato manomesso, anche qui, “per superare le difficoltà economiche ed evitare che si fermasse a lungo”.
Nel frattempo, la stampa seguita da giorni a farci sapere che i giovani di oggi sono degli sfaticati che preferiscono stare a casa e prendere il reddito di cittadinanza, anziché andare a lavorare per 12 ore al giorno e 400€ al mese.
Tesi condivisa anche da buona parte della politica tradizionalmente ostile al RDC, da Salvini e Renzi in giù.
Il punto è che, nel momento in cui sembra che ci si stia avviando ad uscire faticosamente dalla pandemia, il peggior capitalismo d’assalto ha deciso che finalmente è arrivata l’ora di tornare a fare soldi. Tanto più che, adesso, si sente pienamente rappresentato da un governo che più vicino a Confindustria non si può.
E se per “tornare a correre” (usando un’espressione che va molto di moda in questo periodo) dovesse rendersi necessario passare sopra la vita di qualcuno, si tratterà al massimo di fastidiosi danni collaterali.
Oggi più che mai, il paese ha un dannato bisogno di una sinistra.