INTORNO ALL’AMICIZIA

DI LIDANO GRASSUCCI

Chiediamo agli amici cose oneste, facciamo cose oneste a causa degli amici, non aspettiamo neppure di essere pregati; ci sia sempre prontezza e non ci sia, invece, esitazione; ma abbiamo il coraggio di dare liberamente il nostro consiglio

Marco Tullio Cicerone, De amicitia

Ma cosa è l’amicizia? E quanto pesa, se pesa. Serve?

L’amicizia è ciascuno la sua, non è come un’auto di serie, ma è un’opera di abile artigiano. Ogni amicizia è un pezzo così unico che non ha mai seconde possibilità. L’amico non è un parafulmine che salva nella tempesta, non è un gioco nei giorni di festa. Un amico è che non sai descriverlo ma se ti è accanto non temi il colpo al fianco. Non è un dottore di mali del cuore, non un rifugio, non è altro che se stesso: un amico è solo un amico.

Un amico sente l’amico e c’è ma non invade, si declina quando non è il caso ma non va via. Sente nell’altro non il bisogno contingente, il guaio imminente, ma coltiva insieme la vita come viene. Un amico non è eguale a te, sarebbe un fratello senza sangue e con i litigi del sangue, è diverso, è imprevedibile.

Ma se un giorno hai sete, lui ti porta un boccale e non ti chiede. Se un giorno hai fame, spezza il suo pane. Un amico è così presente che sa sparire e poi lo trovi per fare di quel tuo viaggio un racconto comune.

Un amico passa davanti ad un campo di grano e ricorda di quella volta che avete fatto mietitura insieme di come capire la vita, ma ciascuno per se stesso.

Ci incontriamo che il tempo è passato, ci ricordiamo del tempo presente, e tutto il resto si fa indifferente e nessuno si sente privato di niente.

Un mio amico ha pene di vita, io non sono certo da meno, ma non ci raccontiamo di questo soffrire ma di quella volta che in un monte alto come il Monte Bianco abbiamo vinto freddo e neve, e ora sarà lo stesso. Non parliamo della neve e del freddo, ma della nostra avventura. Lui ride, io gli vado dietro: si può scendere da ogni monte. Poi lui ha fatto maratone, io sono rimasto fermo al bar… ma mi raggiunge.

Si parlava con profondità di anarchia e di libertà
Tra un bicchier di coca ed un caffè
Tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò

Gino Paoli, 4 amici al bar

L’amicizia ha bisogno di un segreto, il bar, l’osteria, la possibilità di tacere davanti ad un bicchiere di vino senza diventare assassino di parole ma dispensatore di sensazioni.

Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta
Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta
Qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione
Chi perché stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po’ peggiore

Francesco Guccini, Canzone delle osterie di fuori porta

Nella foto: Amicizia, Pablo Picasso

Da Fattoalatina