DI LEONARDO CECCHI
L’uomo che portò nelle istituzioni gente come Dell’Utri e Previti oggi si autocandida alla Presidenza della Repubblica.
Si è addirittura dato le possibilità di riuscita, «Mi do il 10-15% di possibilità», e settimana prossima verrà a Roma per sguinzagliare i suoi alla ricerca di voti.
Un tempo anche in politica c’era un po’ di senso delle istituzioni, di eleganza nei modi e nelle prassi. E a nessuno sarebbe venuto in mente di trasformare l’elezione del Presidente della Repubblica in una grottesca asta pubblica.
Ma grazie a Berlusconi siamo anche a questo. Perché gran parte del degrado politico-culturale in cui versa la nostra Repubblica, e in cui sguazza la politica attuale, è dovuto a lui, che anni fa aprì le gabbie, ruppe i tabù del buoncostume e portò i confini della volgare spettacolarizzazione a livelli mai visti prima.
Ora rischiamo di averlo come Presidente della Repubblica. L’uomo che aveva come stalliere un pluriomicida di Cosa Nostra, vuole diventare Garante della Costituzione.
Piuttosto meglio rimanere senza Capo dello Stato.