DI GIANFRANCO MICALI
In molti si domandano che cosa sia cambiato con il Governo Draghi.
Bè, la nave mediatica si è riempita di leccapiedi; e tanto basta. Non passa minuto senza che qualcuno si impegni a cantare inni e lodi nei confronti di Supermario, il quale nel frattempo è stato arruolato a parole sulla Corazzata di Supersilvio.
Da un po’ di tempo, infatti, il Cavaliere si vanta pubblicamente di esserne il nume tutelare, avendolo prima nominato Governatore della Banca d’Italia, poi di averlo fatto eleggere al vertice della Banca Europea e infine di essere stato il principale propulsore( e a questo credo fermamente) della caduta del Governo Conte e della nascita del SuperGoverno.
Non a caso il Governo Draghi appare impermeabile a qualsiasi critica, che peraltro arriva, al massimo, da due testate giornalistiche(Il fatto quotidiano e Il Manifesto). Il resto del convoglio militar-giornalistica (Rai, Mediaset, la 7 e persino Sky) sembra prendere ordini direttamente, o per vie partitiche interposte, o per condizionamenti pubblicitari dalla reggia di Arcore. Berlusconi, insomma, non è mai stato così forte e potente neanche nel ’94 ai primordi della sua discesa in campo.
Chi quindi si illude che la riforma Cartabia sulla giustizia, e tutte le riforme orientate a destra, non vadano in porto, sbaglia di grosso. Persino la pace tra Grillo e Conte, battezzata “della spigola”, al fine di svilirla, ha un che di posticcio. Ripete pari pari la situazione del PD, dove il partito è stato annacquato, e messo nelle condizioni di non nuocere, da un folto gruppo di renziani.
Lo schema si ripete, come fosse stato studiato a tavolino. Anche in attesa delle prossime elezioni del Presidente della Repubblica, che ci offriranno sorprese da far accapponare la pelle.
Sono pessimista? Purtroppo sì, e molto.