DI CLAUDIA SABA
Osservo, rifletto e mi viene il disgusto.
Per l’ipocrisia, la noncuranza, i servilismi fin troppo gratuiti che ogni giorno si palesano davanti ai nostri occhi.
Ai quali noi assistiamo senza dire e fare nulla.
Lamentandoci, semplicemente.
Ma sono lamenti di resa e non di lotta.
Lamenti di chi Sa che qualunque cosa proverà a fare o a dire, non sarà mai preso in considerazione.
I lecca lecca sono ovunque, inginocchiati al “forte di turno” giusto per brillare un po’.
Per una stagione o per un solo attimo, non ha alcuna importanza.
Per ottenere un posto al sole che molte volte si trasformerà in un autentico temporale.
Questa è l’Italia di oggi.
Queste sono le città di oggi, i comuni, i quartieri, le istituzioni e le amministrazioni.
Le associazioni che si prestano ai giochi del partito di turno.
I politicanti che intrecciano alleanze tra mafia e politica, e fanno accordi per voti a pagamento.
Corrotti ovunque e a tutti i livelli.
E mi chiedo come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto.
Fuori dalle stanze che contano, ci sono persone vere, con problemi veri ogni giorno, con figli che stentano a mandare a scuola, che poi stenteranno a trovare un lavoro perché senza essere figli di…, al massimo potranno aspirare a diventare manovali, braccianti, commessi a due euro l’ora.
Persone che saranno considerate inutili o peggio, così disperate da poter usare come pedine per un domani senza speranza.
Che brutta Italia stiamo costruendo.
Che brutte persone abbiamo designato a rappresentarci.
Che brutta vita avranno le persone perbene che non si piegheranno a compromessi.
Ecco, a quelle persone, dico grazie, grazie di esistere.
Perché se un miracolo avverrà, sarà soltanto grazie a loro.
Sconosciuti ma pieni di dignità.