DI LEONARDO CECCHI
A Napoli hanno impiantato il primo cuore bioartificiale non in Italia, ma in Europa. Un lavoro straordinario svolto su un paziente di 56 anni. Fatto in Italia, a Napoli, perché l’azienda francese che produce questo dispositivo ha voluto scegliere il posto ritenuto professionalmente migliore per fare il test (in Europa).
Nel mentre, a Padova sono riusciti a fare qualcosa di eccezionale: in 36 ore hanno salvato la vita a 7 persone con altrettanti trapianti di organi. Un record unico realizzato grazie ad una equipe di 120 operatori sanitari che non si sono fermati un attimo. Un esercito all’opera, in pratica.
Due episodi, in due giorni, in due sole città.
Ma in Italia è spesso così.
Allora per dire: finita questa crisi, ricordiamoci il significato di avere una sanità pubblica. Ricordiamoci il significato investirci sopra e proteggerla come se fosse la cosa più preziosa che abbiamo.
Perché siamo abituati alla straordinarietà che ci dona e quasi non ce ne rendiamo più conto. Non arriviamo a farlo, rimpiangendola, quando ce l’avranno smantellata.